Il vino protagonista indiscusso del convegno multidisciplinare tenutosi nel centro storico di Salza

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Immagine di repertorio

Salza Irpina – Il vino protagonista indiscusso del convegno multidisciplinare tenutosi nel centro storico di Salza, presso il palazzo Imperiale-D’Afflitto del XVIII sec, recentemente recuperato.
Gli ospiti, introdotti da Roberta Bruno, hanno declinato l’argomento ognuno secondo la propria personale passione e formazione professionale, incuriosendo e allietando gli ospiti presenti in sala e dando vita ad un dialogo vario e interessante. Dopo i saluti e i ringraziamenti del sindaco di Salza Irpina Luigi Cella, che ha ricordato come anche la politica si stia muovendo, finalmente, per accendere i riflettori sul territorio irpino nelle sue peculiarità e qualità, il dibattito è stato condotto sul terreno della tradizione e delle curiosità in un abile excursus sul vino come “storia d’amore”, realizzato dalla dottoressa Katya Tarantino, biologa, nutrizionista e presidente dell’associazione Pabulum, che ha saputo mettere ben in luce il significato culturale e socialmente condiviso di questa bevanda, a tratti anche definita dall’uomo come elemento misterioso ed esoterico.
In seguito, la parola è passata alla dottoressa Giulia Corrado, biologa e nutrizionista anch’essa, che ha delucidato gli ospiti, con una presentazione precisa e puntuale, sulle proprietà nutrizionali del vino, svelando inganni e luoghi comuni. Il terzo ospite, la dottoressa Graziella Di Grezia, medico radiologo, ha affrontato con estrema chiarezza il tema della salute e del limite. Titolo della sua presentazione “il buono, il brutto e il cattivo”, denominazione che allude alla gamma completa degli effetti del vino sull’uomo a seconda, chiaramente, della quantità e dell’uso che si fa di questa inebriante bevanda. Dopo una prima parte “scientifica”, il dibattito ha preso una piega più culturale con la partecipazione dell’ex presidente della comunità Montana Terminio-Cervialto, il
dott. Nicola Di Iorio, storico dell’aglianico e autore del libro “Rosso dalla Terra”. L’autore, anche sommelier, ha raccontato la storia della nostra terra e delle nostre viti, ha narrato dei conflitti accesi con i popoli confinanti e, infine, ha fatto sorridere raccontando aneddoti e curiosità. È importante conoscere le proprie origini, sottolinea Di Iorio, per appropriarsi consapevolmente della propria cultura e riaffermare una propria identità nelle potenzialità di questo territorio. Origini, infrastrutture, trasporti e solida unità consorziale e politica sul territorio sono, per il vecchio presidente della comunità Montana, i punti di forza che mancano, ma che sono necessari per rilanciare la nostra provincia, ancora troppo indietro rispetto ai tempi. Le parole di Di Iorio fanno riflettere, ma a togliere l’amaro che dà il pensare alla realtà in cui si trova oggi la nostra Irpinia e il Meridione, ci pensa il professore Alessandro Di Napoli, curatore della ricchissima antologia “Vino, Eros e Poesia. Da Omero ai giorni nostri”, incantando il pubblico con la lettura di magnifiche poesie sul vino tratte dall’antologia. Spesso si tende a dimenticare come il vino sia stato fonte d’ispirazione di tanti artisti e poeti, maledetti o meno, e che abbia accompagnato e cullato menti e pensatori, amori e passioni dell’intera umanità. Ma, come ricorda il saggio professore, l’aurea mediocritas deve essere sempre presente: come nei simposi dell’antica Grecia era imposta una regola nel bere, che andava rispettata in modo tale da poter discutere con scioltezza ma lucidità dei grandi temi eletti, allo stesso modo le grandi opere letterarie sono figlie della moderazione; la smoderatezza, invece, non ha mai creato nulla di bello.
Alla fine del convegno gli ospiti e il pubblico sono stati invitati alla degustazione dei vini locali, gentilmente offerti dalla cantina Di Meo, una tra le più importanti aziende della zona, attiva anche a livello internazionale, e a visitare la sala che ospitava le particolari opere in olio su tela dell’artista Alessandro Follo, anche lui presente all’evento.