“In ricordo di Gerardo Bianco” la Camera ricorda il politico irpino

Presso l'Aula dei Gruppi parlamentari della Camera si è svolto l'incontro per commemorare la memoria di Gerardo Bianco

0
924

Si è svolto presso l’Aula dei Gruppi parlamentari della Camera, alle ore 11, l’incontro “In ricordo di Gerardo Bianco“. Indirizzo di saluto del Presidente della Camera, Lorenzo Fontana.

Intervento introduttivo della Vicepresidente Anna Ascani. Partecipano: Pierluigi Castagnetti, Giampaolo D’Andrea, Adriano Giannola. Intervengono Fausto Bertinotti, Enrico Letta, Flavia Piccoli Nardelli. Modera Massimo Franco. Presente il Capo dello Stato, Sergio Mattarella.

Dopo i saluti del presidente della Camera Lorenzo Fontana, apre la discussione la Vicepresidente Anna Ascani:

È un onore per me poter ricordare Gerardo Bianco, del quale saluto i familiari. Non ho avuto la fortuna di conoscerlo, ma ascoltando e leggendo alcuni suoi interventi, ho riconosciuto un uomo di partito. Si batteva per i valori che lo avevano portato in politica.

La Camera pubblicherà una raccolta dei suoi interventi, che rappresenta l’apprezzamento che queste istituzioni provano nei confronti di Bianco. Un militante del parlamentarismo, dove innovare richiedeva anche il coraggio di quanto l’esperienza poteva esprimere in termini di prudenza. Negli ultimi suoi anni di attività parlamentare, insisteva circa la necessità di creare un clima politico aperto al dibattito e al confronto, tenendo sempre presente che la democrazia si difende quando il Parlamento è forte. Il dialogo per lui era lo strumento più forte”.

Qualche parola dal moderatore Massimo Franco: “È stato un uomo che nella vita ha fatto quello che ha voluto, con una splendida famiglia. Amava il latino quanto la sua vita da parlamentare. Non è un caso che sia ricordato qui, alla Camera. Credo che abbia espresso al meglio una generazione che veniva dal Sud, per prepararsi a servire lo Stato e le istituzioni. Ricordi Ciriaco De Mita, l’economista Capaldo.

Da questo punto di vista Gerardo Bianco sia stato un uomo di una generazione che si sia identificata nella Democrazia Cristiana, fino alla fine della guerra fredda, ma ha continuato a portare avanti il suo impegno con rigore e competenza. La memoria della sua attività non si è estinta, la presenza di tutti noi lo conferma, soprattutto la presenza del presidente Mattarella”.

A ricordarlo, poi, i suoi amici, il primo Pierluigi Castagnetti:

Adesso cosa possiamo fare? Quante volte mi sono sentito fare questa domanda da Gerardo. Apparteneva a una classe politica che non riusciva a stare con le mani in mano. L’ultima volta che abbiamo parlato, abbiamo discusso sulla questione internazionale, con la guerra in Ucraina che lo preoccupava; abbiamo esaminato alcune proposte di lavoro, e, in piedi, davanti la porta mi ha ripetuto quella domanda: per lui non esisteva l’ipotesi del non poter fare niente.

Mi soffermerò sul Bianco parlamentare europeo. La delegazione era composta da dodici persone, noi eravamo stati parlamentari nazionali ed eravamo convinti che la politica doveva essere fatta a Bruxelles. Quando interveniva nel gruppo parlamentare, Gerardo era ascoltato con crescente interesse. Il Ppi gli affidò importanti commissioni, che gli valse un’affermazione politica. Nel ’96 Bianco era a Roma e voleva inserire nella nostra lista Carlo Azeglio Ciampi, ma non era reperibile.

Mi chiese di andare a convincerlo. Ci andai e mi disse: “guardi, sono un cattolico che non proviene dalla vostra storia, ero rispettatissimo come credente, in un gruppo formato da non credenti. Ma adesso il Ppe di Bianco mi intriga moltissimo, sia perché ho una grande stima, ma soprattutto perché non è un partito personale.

Bianco guida un partito che vuole difendere la Costituzione e vuole promuovere un ulteriore sviluppo dell’Europa; quindi, sento che questo è il mio programma. Ma avendo fatto il presidente della Banca d’Italia, non posso accettare, ma dica a Bianco che se dovesse vincere l’Ulivo, può contare su di me”. Gerardo Bianco era un convintissimo europeista, tra i più favorevoli all’adesione alla moneta unica. Bianco era maestro nel creare situazioni dove si formassero nuovi rapporti e idee”.

Gli fa seguito Giampaolo D’Andrea: “La lunga e feconda attività politica e parlamentare di Bianco, si intreccia a quella di animatore e creatore di iniziative culturali nel Mezzogiorno. Questa sua sensibilità si è materializzata nella lunga permanenza al vertice dell’Associazione Nazionale per gli interessi del Mezzogiorno, che rappresentò un momento di particolare valore.

Riusciva a mettere insieme esponenti diversi, dalle più disparate estrazioni politiche. Non poteva non cogliere il rilancio del Mediterraneo con l’archeologia: “non ci restituisce spenti reperti, ma un mondo che chiarisce”. Lo stresso collegamento tra Mediterraneo e Mezzogiorno era un tema che ribadiva spesso, nel quale credeva fortemente, era uno dei punti fermi della strategia meridionalista di Luigi Sturzo; lo considerava un punto di partenza dal quale non si poteva prescindere”.

Prosegue il prof. Adriano Giannola: “Per me è un onore essere qui a ricordare Gerardo Bianco. Con lui ho condiviso un’esperienza più che ventennale, e me ne sono reso conto solo alla fine. La prima fase della nostra collaborazione si è sviluppato sul terreno di un meridionalismo culturale. È stato un anticipatore della modernizzazione che è venuta poi. Devo grande gratitudine a Gerardo per la sua attenzione al problema del sistema italiano”.

Interviene poi Fausto Bertinotti: “Gerardo è stato un uomo gentile, fondava il suo impegno politico partendo dai suoi studi classici; portava un impegno che si rifaceva ad una educazione cattolica, con quel Mediterraneo che viveva con gli stessi occhiali di Giorgio La Pia. Considerava il dialogo e il confronto, anche aspro, la legittima riconoscenza del valore della politica. Ricordare Gerardo vuol dire ricordare quella politica nobile; metteva dinanzi a tutto la centralità del Parlamento, che è stato il suo punto di leva nella sua concezione di democrazia rappresentativa”.

Anche l’ex presidente del Consiglio Enrico Letta: “Ringrazio moltissimo per questa occasione e saluto i familiari di Bianco. Concentro il mio intervento in alcune lezioni che io ho avuto modo di apprendere dalla frequentazione con Gerardo, che ho avuto modo di portare con me ancora oggi. Ricordiamocelo sempre che Gerardo Bianco ha attraversato una faglia particolare della vita politica italiana, rappresentando un ruolo importante nell’indirizzo che avrebbe preso poi la politica. Va ricordata la sua battaglia nell’affermazione del centro-sinistra plurale, dove ci dovesse essere spazio per una moltitudine di idee. Visse sconfitte, e avendole vissute con lui, ho memoria di quell’atteggiamento lungimirante nel capire che nel momento della sconfitta è il momento di far affidamento sui tempi lunghi, guardando con pazienza”.

Conclude gli interventi Flavia Piccoli Nardelli: “Bianco è stata una presenza importante in queste aule e in quelle del Parlamento europeo. Ha portato impegno e passione, sostenendo e incoraggiando. L’incontro di oggi vuole essere il primo di una serie di incontri per approfondire il pensiero di Bianco”.