AVELLINO- Amedeo Gabrieli ha deciso di rispondere alle domande del Gip Giovanfrancesco Fiore e a quelle dei magistrati della Procura di Avellino. L’ex amministratore dell’Acs però sarà davanti ai magistrati perchè è anche in valutazione una richiesta che il suo difensore, il penalista Gerardo Di Martino, ha depositato qualche giorno fa presso l’ufficio del Gip. La richiesta di revoca della misura degli arresti domiciliari o di eventuale modifica della misura applicatagli. Il perchè dell’istanza presentata dal difensore è molto chiaro. Dal momento c he il sindaco di Avellino Paolo Foti ha revocato dal ruolo di amministratore dell’Acs Gabrieli, è dunque venuta meno l’esigenza cautelare nei suoi confronti. Ovvero che possa in qualche modo reiterare il reato o inquinare le prove. Questa è la valutazione da parte della difesa, ma sarà poi lo stesso Gip e anche la Procura (che comunque si dovrà esprimere con un parere sulla richiesta di revoca ndr) a decidere se ci sono le condizioni per accordare o meno una misura meno afflittiva a quello che per ora è il principale indagato dell’inchiesta sull’Acs. Quindi, alla luce di questi fatti e soprattutto dopo che la difesa ha avuto modo di verificare la documentazione alla base dell’inchiesta, insieme a quella recentemente depositata dal Procuratore aggiunto Vincenzo D’Onofrio, titolare ora del fascicolo, Gabrieli sarebbe nelle condizioni di rispondere ai magistrati. Come si ricorderà, due giorni dopo gli arresti, il suo legale, il penalista Gerardo di Martino ha depositato una nota di rinuncia all’esame. Una circostanza che avrebbe anche infastidito i magistrati della Procura di Avellino, agli esami erano presenti sia il Procuratore capo Rosario Cantelmo che il pm Elia Taddeo, il magistrato che ha coordinato l’inchiesta di Squadra Mobile e Guardia di Finanza. Il Gip Giovanfrancesco Fiore ha preso atto della rinuncia, che il legale di Amedeo Gabrieli aveva a così motivato con una nota diffusa qualche ora dopo il mancato esame del suo assistito. «Abbiamo convenuto con il mio cliente – spiega l’avvocato di Martino – di rinunciare al suo diritto di essere ascoltato da un giudice dopo l’applicazione della misura, spinti da due semplici e, allo stesso tempo, insuperabili ragioni: la prima consiste nell’impossibilità, allo stato, di difenderci compiutamente, posto lo strettissimo lasso di tempo intercorso tra l’esecuzione della misura e la fissazione dell’interrogatorio, con i funerali per la morte della madre e la domenica di mezzo, e l’enorme quantità di atti di indagine da fotocopiare e consultare». Il Riesame, qualche giorno fa aveva confermato le misure cautelari per tutti. Gabrieli compreso. Ora le condizioni sarebbero cambiate e l’ex amministratore dell’Acs vuole sottoporsi all’interrogatorio, dove ci saranno sicuramente anche i pm.