“Inerti” il romanzo di Barbara Giangravè, una letteratura di denuncia

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1877

Gioia Lantieri vive il dramma del licenziamento e sente la sua vita improvvisamente crollare. Gioia allora decide di fare ritorno nella sua terra d’origine, ad Acremonte, luogo di ricordi dolorosi e mai rimarginati. Acremonte è la terra che accoglie le bare dei suoi genitori, un luogo dimenticato da Dio e troppo spesso ricordato dalla morte. Un velo d’omerta stritola i luoghi e le persone, la storia assume fin da subito toni drammatici ma, nello stesso tempo, apre anche a barlumi di speranza e a una instancabile voglia riscatto.

Trovato momentaneamente lavoro come commessa in una libreria, Gioia incotra un suo vecchio amico di nome Fabio, che le rivela di essersi ammalato di tumore come tanti altri giovani del luogo: “Qui nemmeno i bambini vengono risparmiati dal cancro”. Gioia decide allora che è arrivato il momento di reagire e di cominciare a indagare.

Nel suo romanzo “Inerti”, Barbara Giangravè (vincitrice del premio Augusta 2017) racconta un Sud che lentamente muore nell’indifferenza generale, ma narra anche la storia di persone che non si arrendono, piccoli eroi senza statue che lottano per un mondo migliore. Con una scrittura chiara e diretta, Giangravè utilizza la letteratura anche come un’arma di denuncia, raccontando ai lettori il dramma dello smaltimento illecito dei rifiuti.