“Io non ci sto”. La nota di “Avellino Prende Parte” sugli ultimi fatti di cronaca in città

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Troppo facile indignarsi ora oppure dirsi stupiti di quanto accaduto questa mattina.

È solo l’ultimo colpo di coda di ciò che è accaduto in città negli ultimi tempi.
Ce lo narrava qualche settimana fa la Relazione Semestrale della DIA con gli attentati e gli arresti di fine 2019. Tutti si stupirono per quell’escalation di violenza che nascondeva un fitto sistema di interessi e malaffare attivo, purtroppo, da anni.

Perchè la criminalità organizzata funziona così, lucra e specula dove non ci sono anticorpi, dove le istituzioni in primis e i cittadini, poi, ne negano la presenza.

E allora non possono più bastare le frasi di circostanza. Questa volta non ci accontenteremo di un Consiglio Comunale dove dalle parole di indignazione non si passi ai fatti.
Chiederemo subito la convocazione del gruppo di studio che non è mai partito e di cui oramai si sono perse le tracce e di valutare l’istituzione di una vera e propria commissione consiliare sul tema – nonostante le smorfie di disapprovazione di qualcuno che ancora sottovaluta la questione e la derubrica a non di competenza del consiglio.

Rinnoveremo la richiesta urgente di adesione del Comune di Avellino ad Avviso Pubblico. La rete nazionale degli Enti locali antimafiache è nel lungo elenco di ordini del giorno depositati e mai discussi.

Sembra che non si percepisca l’urgenza e la necessità di agire ora, con forza e determinazione mentre si continuano a fare annunci mirabolanti e dove l’unica attenzione è destinata alle elezioni regionali.

Oramai esiste solo la città Enjoy, quella delle luminarie e dei fuochi pirotecnici di ferragosto.
Ci siamo dimenticati di quella dei pacchi alimentari durante il lockdown, quella che vive nelle case popolari. La città dei poveri che troppo spesso viene aiutata con clientelismo per mero consenso elettorale. Ci siamo dimenticati dei diritti, della partecipazione, della sicurezza. Dei tanti cittadini che ogni giorno fanno la propria parte.