Di Sabino Genovese
Rosso, porpora, giallo, mischiati al verde e marrone, anelo ai caldi colori dell’autunno, come una coperta sulla nostra Irpinia. I sapori uniti alle ricette tradizionali, e finalmente arrivano le immancabili castagne. In questo periodo seguono molte feste per esaltare le proprietà gustative di questo nobile frutto. Ci sono diverse tipologie allevate in Irpinia come narra la tradizione antica documentata già nel XI secolo, ad esempio la castagna di Montella un prodotto che, alla fine degli anni ’80, ha fatto da apripista a altri prodotti agricoli italiani. Questa varietà ha ottenuto per prima la denominazione di origine controllata, per un prodotto ortofrutticolo. Il marchio DOC non ha fatto altro che certificare la qualità di un prodotto antico del territorio e che si è affermato nel tempo come un catalizzatore di interesse mediatico e turistico per l’intera area dei Montella. Grazie alle elevate caratteristiche di fragranza, sapidità e serbevolezza, questa varietà viene utilizzata allo stato fresco e allo stato secco in guscio o senza. Nel periodo natalizio la castagna trova una tipologia commerciale dovuta alla famosa “Castagna del Prete”, realizzata con le castagne in guscio essiccate, tostate e successivamente idratate con acqua. Sotto l’aspetto dietetico nutrizionale la castagna di Montella è particolarmente rilevante per il contenuto in carboidrati, nello specifico i due terzi sono rappresentati dall’amido ed un terzo dal saccarosio. Successivamente abbiamo un’altra varietà denominata IGP «Marrone di Serino» o «Castagna di Serino» designa i frutti allo stato fresco, pelati, essiccati in guscio ed essiccati sgusciati interi, provenienti dalla specie “Castanea Sativa Miller” o “Castagna Europea”, detta “Marrone di Avellino” o “Marrone avellinese” autoctone dell’areale di produzione. La forma è generalmente rotondeggiante, per lo più asimmetrica. L’apice, da acuto ad aperto, ha una pelosità mediamente estesa; il pericarpo, per lo più sottile e poco elastico, è di color marrone lucido con striature scure, uniformi e filiformi, e presenta la faccia interna ricoperta di peli, poco lunghi, di colore bianco sporco. L’ilo è medio-grande con scarsa peluria residua e con una linea di contorno generalmente regolare. La torcia è mediamente lunga e formata da 6-8 stili generalmente disuguali. L’episperma, mediamente aderente al seme, è sottile, di colore marrone rossiccio, con nervature più scure ed evidenti. Dovrebbe essere una buona annata: gli alberi sono carichi di ricci e la meteo ballerina sembra non aver fatto troppi danni. Il cambiamento climatico però porta altri problemi come il mal dell’inchiostro, il cancro del castagno e altri tipi di funghi che possono distruggere intere selve. Nonostante la crisi del settore, però, i comuni dell’Alta Valle del Calore restano leader in Italia per la produzione di castagne, producendo da sole circa il 50% del prodotto nazionale. Le aziende agricole impegnate oggi nel settore e quelle dedite alla trasformazione del prodotto costituiscono il principale polo europeo della lavorazione industriale dei frutti di castagna, la polpa bianco-lattea, la consistenza croccante e poco farinosa e il sapore dolce rendono questo frutto davvero unico.