La città di Avellino si riscopre unita intorno all’Addolorata e al Gesù morto. Aiello: nella Croce un simbolo di speranza

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È l’intera comunità cittadina a ritrovarsi intorno alle statue dell’Addolorata e del Gesù morto nella tradizionale processione del Venerdì santo. A guidare il corteo il vescovo Arturo Aiello che sottolinea con forza il valore di cui si carica il messaggio di Resurrezione del Cristo. In prima fila il sindaco Gianluca Festa, l’assessore Giuseppe Giacobbe e numerosi consiglieri comunali, senza differenze di schieramento, malgrado il freddo pungente della sera. Presenti le confraternite e le associazioni religiose, i Vigili del fuoco e la Misericordia che aiutano a portare a spalla le statue e la banda musicale nel segno di una tradizione fortemente sentita in città, diventata simbolo dell’identità avellinese.

Ma sono soprattutto i cittadini comuni ad affollare il corteo, che esce dalla cattedrale dopo le venti, al termine della celebrazione della Passione, con lo svelamento della Croce, esposta all’adorazione dei fedeli. Poichè ricorda il vescovo “la Croce si svela per rivelarsi”. Ad impreziosire la cerimonia gli Hirpini Cantores, diretti dal Maestro Rossella Izzo, con la partecipazione del soprano Antonella Firinu e del baritono Luciano Matarazzo e l’accompagnamento al piano di Maurizio Severino. Ancora una volta la città sembra fermarsi durante la processione, come se il tempo stesso fosse sospeso mentre l’Addolorata abbraccia il capoluogo con le sue ferite, avvolgendola con il suo manto protettivo.

Il percorso è quello più breve che parte da piazza Duomo per giungere al Tribunale e a via De Conciliis e poi attraversare il Corso per ritornare in cattedrale. A ogni angolo famiglie, coppie, giovani, anziani che si fermano per una preghiera.

Aiello ricorda nel corso della celebrazione l’annuncio della Resurrezione, poichè colui che era disprezzato ha risolto le sorti dell’umanità. “La morte di Gesù è la sua grande vittoria. Ancora oggi – spiega il vescovo – in tanti cercano la gloria e una carriera brillante, quella che è una logica opposta a quella della Croce. Dal fianco squarciato del Cristo, umiliato e ferito, escono fiumi di grazia che irrorano il mondo. La ferita del costato è una porta che resta sempre aperta. Gesù ci ricorda che la salvezza raggiunge tutti, c’è un posto per ciascuno di noi nel suo cuore. Ecco perchè siamo chiamati ad avvicinarci alla Croce per farci bagnare da essa”. Quindi ricorda i tanti Cristi morti nelle guerre senza risorgere e le tanti madri addolorate dei soldati.
Non ha dubbio Aiello: “Quello della Passione è un racconto che sembra di morte ma è di gloria. Costante il riferimento nel Vangelo di Giovanni al giardino, luogo appartato dove celebrare l’amore,  che richiama l’Eden. E’ un invito alla speranza quello che ci rivolge Geù, poichè le sopraffazioni e persino la guerra in lui trovano salvezza e redenzione”. Di qui l’appello a non smettere di cercare Gesù, a non dimenticare mai il suo amore, ancora più prezioso nei tempi difficili in cui viviamo.
Emozionato il sindaco Gianluca Festa “Al fianco della mia gente ho partecipato alla Via Crucis. È stato un momento di grandissima spiritualità e intenso raccoglimento. Un rito che rivive da oltre 2mila anni per ricordarci del Cristo che si è fatto uomo e si è immolato per redimerci da ogni peccato. Ad ogni stazione ho rivisto la mia città stringersi attorno alla sua Chiesa con grande trasporto e sincera partecipazione come non accadeva da anni. Una città unita in un giorno di dolore che prelude, però, alla speranza. Una città che si sta risollevando dopo anni difficili ed è pronta a risorgere. Avellino, in questi momenti di spiritualità e aggregazione, riesce ad esprimere tutta la sua forza e il suo senso di comunità”.
Domani le celebrazioni proseguiranno con la veglia pasquale alle 22 mentre il 9 aprile si rinnoverà la celebrazione della Resurrezione con le messe in programma alle 8.30, 11 e 19