La confusione è ancora sovrana

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E’ la seconda Pasqua che passiamo in lockdown e la seconda pasquetta senza gita fuori porta, chiusi in casa in pantofole a vedere la televisione, a leggere, a passare il tempo inventandosi diversivi, lontani dai figli e dai nipoti e naturalmente a riflettere. Il Covid ci ha preso tra capo e collo: non ci dà tregua e ci mette paura. E’ una guerra globale pur senza l’atomica che minaccia il mondo, i civili, soprattutto quelli più vecchi e fragili. Del futuro c’è rimasta solo la speranza e le parole di Papa Francesco che ci sprona ad ave fede e fiducia. Tutti gli altri: politici, opinionisti, salotti televisivi che si succedono 24 ore su 24, non fanno altro che aumentare i dubbi, incutere timori, incertezze, spaventare, ripetendo fino all’esasperazioni, notizie allarmanti sulle conseguenze che si addebitano ad AstraZeneca e sui rallentamenti delle vaccinazioni. Riflettiamo sulle conseguenze che il Covid continua a causare sulle persone, sui mutati rapporti anche familiari, le abitudini consolidate che si sono dovute giocoforza modificare. La gente è provata, stanca, sfiduciata, avvilita e la campagna di vaccinazione che, a detta degli scienziati, è l’unica arma capace di fermare il virus, procede a rilento, molto a rilento per la mancanza di vaccini e la disorganizzazione delle Regioni che procedono ognuna per conto sua nella più assoluta libertà di regole favorendo furbastri, categorie protette, raccomandati. In Lombardia, dove mi trovo bloccato per il virus, assisto al fiasco più completo e al fallimento di un sistema sanitario che passava per uno dei più efficienti d’Italia. Molti over 80 aspettano ancora la prima dose anche se i responsabili (la Moratti e il Bertolaso) continuano a raccontare frottole e ad assicurare senza, però, che si vedano risultati. La confusione è sovrana e le regioni, anche quelle che erano gialle, si tingono di rosso/ arancione. Non si può andare da una regione all’altra ma in compenso si può andare all’estero. Sono le contraddizioni della politica che è costretta a mediare tra interessi contrastanti, tra aperturisti irresponsabili alla Salvini, con un piede nel governo e due fuori, e ministri responsabili come Speranza, anche in situazioni di estrema emergenza come quella che stiamo vivendo. La produzione non riprende e le disuguaglianze aumentano come la disoccupazione, soprattutto quella femminile e la povertà. I ragazzi scalpitano e chiedono addirittura la riapertura delle scuole che riaprono pur tra mille difficoltà e perplessità. Ci si rende finalmente conto che Draghi, che i poteri forti e i giornali avevano fatto passare come il salvatore della patria, non può fare miracoli e fa quello che può, condizionato dall’Euro – pa, dalle Case farmaceutiche non sottoposte a controllo e dalle legittime esigenze di altri Stati. Purtroppo la pandemia è globalizzata e ci si salva tutti insieme. Obbiettivo del Governo è raggiungere 500.000 vaccinazioni al giorno, dando la precedenza all’età e ai più fragili. Finora non è stato così perché queste categorie sono state trascurate e questo è il vero motivo delle morti che sono così elevate nel nostro Paese e sulle quali nessuno rileva che, per l’età media dei decessi che è di circa 80 anni il vaccino avrebbe fatto risparmiare migliaia di vite umane. I dati ad oggi sono agghiaccianti: 3.650.247 contagiati a tutt’oggi di cui attualmente positivi nr. 564.855. I decessi hanno raggiunto quota 118.704, tra le più alte del mondo e i ricoverati 3714, vicino alla soglia massima. Questo dovrebbe far tremare le vene e i polsi e a smettere di parlare a vuoto per ore e ore. Che dire, in conclusione, se non che “Una volta il futuro era migliore” come titola un fortunato volumetto di Sabino Cassese?

di Nino Lanzetta