La Costituzione di Ruggero II nell’analisi di Zecchino

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E’ da pochi giorni in libreria il volume di Ortensio Zecchino, dedicato alla Costituzione di Ruggero II (Ariano 1140), edito da Rubbettino, E’ lo storico Gerardo Troncone, a sottolineare come “Non siamo lontani dalla verità nell’affermare che senza l’impegno ultradecennale dedicato dall’insigne studioso alla legislazione rogeriana, essa forse sarebbe ancor oggi avvolta nella nebbia più fitta. Pervenuta solo in manoscritti postumi privi di ogni indicazione, di questo poderoso corpo legislativo si è posto in dubbio praticamente tutto: contenuti, data, luogo, e anche la stessa paternità”.
“A oltre quarant’anni dalle sue prime opere sull’argomento – spiega Troncone – lo studioso arianese, già Ministro dell’Università e della Ricerca Scientifica in tre Governi, titolare di prestigiosi incarichi politici a ogni livello, oggi Presidente del di Biogem (Ricerche genetiche) e del Centro Europeo di Studi Normanni, rivisita in ogni suo aspetto quello che a pieno titolo può esser considerato il più grande lascito del re normanno, base giuridica del primo stato moderno destinata a diventare modello per tutte le epoche successive.
Dubbi e riserve sono stati oggi tutti sostanzialmente dissolti, e anche per chi vorrà esplorare residue impercettibili zone d’ombra e scioglier qualche piccolo nodo, nessun viatico potrebbe esser migliore”.
Non è esagerato definire il regno di Ruggero e dei suoi successori come il primo Stato moderno. Incoronato nel 1130, Ruggero II, dopo aver sconfitto gli avversari interni in una lunga campagna militare, nel 1140, in un’assemblea di feudatari convocata in Ariano, promulgò solennemente la Costituzione del regno. Considerata uno dei primi esempi in Europa di legge scritta a valenza generale, dopo secoli di dominio del diritto consuetudinario, con essa fu affermata la maiestas regia, come fonte esclusiva d’ogni altro potere, e fu imposto un unico regime giuridico, che non pretese tuttavia di annullare le normative particolaristiche proprie delle tante popolazioni del regno, diverse per etnia, religione e lingua. Nota dalla fine dell’800 con l’impropria denominazione di ‘Assise’, la Costituzione è pervenuta in manoscritti postumi privi d’ogni indicazione.