La democrazia diretta dei Pentastellati

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Cosa intendono i 5 stelle per democrazia diretta, che dovrebbe sostituire quella liberale, abbiamo avuto un anticipo con la consultazione sulla piattaforma digitale Rousseau sulla recente richiesta di autorizzazione a procedere contro il ministro Salvini per sequestro di persone a bordo della nave italiana Diciotto.  Forse – come dice Galli della Loggia – si chiama “diretta” perché c’è qualcuno (la piattaforma Rousseau) che la dirige! L’episodio non va sottovalutato perché ci fornisce l’esempio di come si voglia usare il potere e come si intende riportarsi al “popolo”. E Casaleggio dice che il voto su Rousseau conterà ancora di più in futuro. E’ recente l’approvazione alla Camera, in prima lettura, del referendum propositivo! Ha ragione De Mita quando rileva che “la politica di oggi è senza pensiero, che si agisce per conquistare il potere e quando lo raggiungono non sanno che farsene”. Credono di poter fare a meno di norme, leggi, regolamenti, prassi, che spesso non conoscono, e si affidano all’oggi per il domani, nella convinzione che cambiando si rompe con il passato e si fa certamente meglio. Sul resto non vanno d’accordo su nulla e, spesso, come sul TAV rinviano le decisioni a dopo le elezioni europee. Non tralasciano occasione per ripetere che il Parlamento va smantellato e sostituito con la democrazia del popolo. Non a caso Di Maio è un populista che mostra insofferenza verso il Capo dello Stato, la Banca d’Italia, le Autorità di controllo, l’Europa e persino la Magistratura e il Vaticano. Solo l’azzeramento dei vertici degli Enti – anche quelli non in scadenza- prosegue con una furia distruttiva e per la spartizione di cariche e poltrone non si vergognano di fare peggio della prima Repubblica.

Quale è il concetto di Democrazia diretta dei Casaleggio, Grillo e Di Maio? Quella della rete e della piattaforma Rousseau? Una piattaforma digitale privata che agisce senza alcun controllo e trasparenza. Sull’autorizzazione a procedere per Salvini hanno votato poco più di 50.000 iscritti su un quesito subdolo e fasullo (ritardo nello sbarco, invece di sequestro di persone!) e votando SI per dire No e No per dire SI. E senza aver letto le carte come pomposamente andavano dicendo fino al giorno prima: Ma è mai possibile che 30.000 elettori, su alcuni milioni solo del M5S, possano determinare la volontà popolare? Questo sarebbe il popolo della rete? E questo popolo intendono far pronunciare con il referendum propositivo? Può una minoranza determinare le sorti di un Paese? Su alcune materie fondamentali non lo può fare neanche una maggioranza qualificata come sostiene la dottrina liberale contro la dittatura della maggioranza. De Tocqueville, che ne fu il primo a parlarne, teorizzò nella società anticorpi necessari e sufficienti ad impedirne gli abusi. Qui siamo, invece, alla teorizzazione del concetto che una minoranza, anche piccola, possa determinare la linea politica ed i destini di una Nazione. Con il referendum propositivo, proponibile anche per le leggi tributarie, passerebbero le proposte di leggi con la maggioranza dei voti validi espressi purché superiori ad un quarto degli aventi diritto. Il che cambierebbe il concetto di maggioranza con un Parlamento, di fatto, esautorato, anche in maniera rilevante, della sua funzione legislativa perfino sul Fisco.

Gli slogan “prima gli Italiani!”, “Lasciateci lavorare”, “E’ finita la pacchia per i migranti”, “Legittima difesa”, “Abbiamo abolito la povertà e la Legge Fornero”, ed altri consimili hanno determinato negli elettori una distrazione sulla realtà ed percezione ottimistica della situazione economica che, per effetto della legge finanziaria, muterà in meglio. Per il Premier Conte l’anno prossimo sarà un anno bellissimo. Non così per l’Europa, la Banca d’Italia, l’Istat e tutti gli istituti di rating, anche se Fitch, confermando il quadro negativo, non declassa ulteriormente l’Italia. Siamo in recessione vera, non più solo tecnica. La previsione di crescita del PIL per l’anno in corso, non supererebbe lo 0,2%; la produzione industriale è scesa del 7,9%; gli ordini per le auto del 19,4%.  Anche l’Europa cresce meno ma noi, da tempo, siamo il fanalino di coda. Lo spread si avvicina a quota 300 ed i mercati bocciano la manovra, il reddito di cittadinanza e quota cento. Il Governo dice che non ci sarà una manovra correttiva che, invece dopo le elezioni europee, appare inevitabile. Nel M5S si comincia a mugugnare perché si stanno perdendo i valori costitutivi del movimento. Imploderà? I sondaggi attestano un declino progressivo e nel contempo una crescita della Lega.

Lo stallo ed il pericolo del governo giallo verde sull’economia e sul progressivo sfilacciamento delle Istituzioni democratiche sarebbe giustificato dal consenso degli elettori e da una assenza di alternativa politica, per la latitanza del PD. Prima o poi, però, si dovrà ricominciare a parlare di politica, di prospettive, di sviluppo, di lavoro, di investimenti, di diritti, di giustizia, di scuola, di coesione sociale senza assistere passivamente alla deriva economica e istituzionale che si affaccia pericolosamente all’orizzonte?

di Nino Lanzetta