La filosofia di Mattei e l’Europa

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Nonostante il corposo e perdurante dibattito sulla crisi energetica in Italia e nel mondo e la scoperta dell’ENI del più grande giacimento di gas nel Mediterraneo, al largo delle coste egiziane, la storia si Enrico Mattei, negli ultimi anni, è stata relegata nel limbo delle cose passate. L’attualità del personaggio chiave della storia italiana del dopoguerra, dovrebbe essere significativamente riconsiderata, sotto gli aspetti più salienti dell’azione di Enrico Mattei: innovazione, passione per le sfide, fiducia nei giovani, integrazione e ricerca. Non è casuale che attualmente, non pochi studiosi delle vicende economiche e sociali italiane, parlano del profetico Mattei. La sua straordinaria storia inizia con l’incontro con Gamal Abd El-Nasser, nel 1954 al Cairo. Il fondatore dell’Eni era volato in Egitto dopo che il generale egiziano era da poco diventato primo ministro. La originale visione progettuale di Mattei lo collocava lontano dalla visione postcoloniale delle grandi compagnie inglesi e francesi. Era, altresì, lontano dalla concezione dirigentistica delle multinazionali americane. Di queste due posizioni n’era perfettamente consapevole Mattei che, scherzandoci sopra, non casualmente parlava di cartello delle «sette sorelle». La "formula Mattei", come veniva chiamata, puntava sulla innovazione delle relazioni con i Paesi produttori anziché sull’allora diffuso modello "fifty-fifty" al’interno dei rapporti con le grandi potenze petrolifere. In sostanza la "formula Mattei" puntava anche sulle finalità economiche e commerciali, ma non trascurava la partecipazione ai profitti dei Paesi africani: in pratica i paesi associati diventavano protagonisti economici e non solo usufruttuari dei profitti. Una visione economica e politica di grande respiro che, all’epoca, fu accolta con favore ed ebbe un successo non solo produttivo, ma anche culturale e sociale. Questo humus consentì la nascita di una Grande successo di partecipazione per il settimo tour campano “rifiuti zero”. Il 2015 è stato senza dubbio l’anno che consacra a livello regionale l’associazione Impatto Ecosostenibile Zero Waste Campania. Il successo principale è senza dubbio l’essere riusciti a trasmettere ai ragazzi delle scuole il senso di rispetto verso nostra madre terra, perché loro rappresentano, non il nostro futuro, ma il nostro presente, come ha ribadito più volte durante il tour il fondatore Pino Apicella. Quest’anno le tappe sono salite addirittura a 24 e in ognuno dei posti dove il tour ha fatto sosta, va evidenziato l’impegno del gruppo organizzativo a cui va un grosso e gradito ringraziamento da parte di madre natura, per avere contribuito e edotto più gente possibile al rispetto dell’ambiente, al rispetto dei materiali che usiamo ogni giorno, perché ognuno di essi ha una propria anima che anela ad una seconda, ad una terza vita, ma non certo ad essere bruciato. Si ringraziano ad uno ad uno i referenti e organizzatori delle varie tappe che si sono svolte a Siano, a Nocera Inferiore, a Sarno, a Mercato San Severino, a Quarto, a Sessa Aurunca, a Venticano, a Solofra, ad Airola, a Salerno, a Teggiano a Sant’Egidio Monte Albino, ad Aversa, a Roccapiemonte, a Cervinara, a Minori a Cava de’ Tirreni, a Mondragone, a Terzigno e a Battipaglia. Si ringraziano i dirigenti scolastici che hanno ospitato una tappa del tour, soprattutto per il loro impegno costante durante l’arco dell’intero anno, per informare i propri studenti sulle buone pratiche per una corretta raccolta differenziata. Si ringraziano gli amministratori che ci hanno accolto nella casa comune, per prendere essi stessi consapevolezza che il metodo dell’economia circolare è la regola del futuro, come anche la comunità europea sembra avere riconosciuto. Si ringraziano tutte quelle persone che da normali cittadini hanno partecipato, per essere più coscienti e dare il personale contributo alla trasformazione positiva del nostro pianeta. Si ringraziano i relatori che con la loro partecipazione e il loro impegno continuo e instancabile hanno girato insieme a noi paese per paese, città per città, per incontrare studenti, sindaci, amministratori, dirigenti, cittadini. partnership davvero impensabile negli anni in cui l’Eni di Mattei cresceva nei fatti e nella considerazione internazionale. Gli attuali mancati decolli dei grandi progetti strategici dell’Unione Europea, asfissiati dagli angusti limiti finanziari, dovrebbero attingere dalla "formula Mattei" i principi innovatori e la vastissima visione – sociale e culturale e politiche – delle finalità da raggiungere, a partire dal rispetto delle identità, di cultura e tradizione locali. Gli esperti protagonisti delle esplorazioni petrolifere non furono dei tecnici robot, ma furono persone capaci e portatrici di valori e relazioni umane. Nel 1961, in un passaggio del discorso che Mattei tenne, ai vertici del governo tunisino, era racchiusa la filosofia complessiva dell’Eni: "Vi offro soprattutto la parità, la cogestione, la formazione di una elite tecnologica perché non siate il ricevitore passivo di una iniziativa straniera, ma siate soggetto non oggetto di economia". Alla filosofia di Mattei – per lo sviluppo, la cooperazione e l’integrazione – si ispirarono i grandi padri fondatori della Comunità Europea, certamente non irretiti dall’attuale e odiosa visione strettamente ragioneristica che mette in affanno tutto il tessuto umano e politico comunitario, quasi sempre incapace di rispondere, con immediatezza ed efficacia, alle grandi sfide delle emergenze globali.

edito dal Quotidiano del Sud