La forte involuzione delle destre

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Con la fine del fascismo e l’istituzione della Repubblica furono i partiti di centro alleati della DC, il partito di maggioranza relativa, a prendere il potere che manterranno fino agli anni novanta, spostando progressivamente, seppur lentamente, l’asse politico sempre più a sinistra, prima aprendo ai socialisti e poi agli stessi comunisti che avevano iniziato il percorso di revisione ideologica abbandonando i dettami dell’Urss e trasformandosi in un partito popolare di massa. In questo periodo che coincide, grosso modo, con la prima repubblica, le forze di destra erano relegate all’opposizioni e considerate fuori dall’arco costituzionale. Non avevano alcun peso politico e quando, nel 1960 Tambroni accettò i loro voti scoppiarono proteste di piazza culminate con i moti di Genova dove vi furono alcuni morti.

Allora le destre, così chiamate perché occupavano gli scranni alla destra dell’emiciclo, erano costituite dal Movimento Sociale Italiano, nato nel 1946, con evidenti nostalgie fasciste anche se aveva accettato il metodo democratico (altrimenti non sarebbe potuto nascere per la disposizione transitoria nr 12 della Costituzione) era guidato da Almirante, e dal Partito Nazionale monarchico, che auspicava il ritorno della monarchia, nella doppia versione Covelli / Lauro.

Il punto di equilibrio del sistema politico italiano era garantito dalla DC, partito interclassista, erede del popolarismo sturziano appoggiato dalle autorità ecclesiastiche e che si richiamava alla dottrina sociale della Chiesa. Le destre, anche per i loro voti, contavano poco o nulla e nel tempo finirono o per scomparire, come il Partito Monarchico con l’uscita di scena di Covelli e Lauro o per trasformarsi radicalmente come avvenne con Il MSI /AN che divenne un partito della destra moderata, con Fini, successo ad Almirante, e Tatarella, fino a confluire nel Popolo delle libertà di Berlusconi. In seguito Fini scomparve dalla scena politica anche per questioni familiari legate alla vicenda della casa di Montecarlo finita nelle mani del cognato.

Le destre sono poi ricomparse nel corso degli anni successivi. Ed oggi hanno acquistato consenso e voti con Fratelli d’Italia, un partito fondato nel 2012 da La Russa, Crosetto e Meloni che ne è divenuta Segretaria/Presidente, e la Lega di Salvini, succeduto al fondatore Bossi che l’aveva fondata nel 1991, sotto gli insegnamenti del sociologo Miglio, unificando le varie Leghe del Nord e proponendo l’autonomia della Padania. Alla nascita non era un partito di destra, si proclamava antifascista (D’Alema la chiamò: “costola della sinistra). Berlusconi la sdoganò alleandosi con essa nel Nord del Paese e con il MSI a centro sud. Poi, dopo le note vicende e la malattia del fondatore, il partito finì nelle mani di Salvini e la musica è cambiata.

Salvini ne ha fatto un partito di estrema destra, sovranista, antieuropeo e anti immigrati, pronto a cavalcare qualsiasi protesta di piazza e a solleticare l’antipolitica presente in molti elettori in questa democrazia malata. La Meloni ricalca le stesse scene, parla alla pancia degli elettori e si propone, anche in qualità di donna, alla guida del Paese. Però ambedue non dimostrano le qualità né la competenza ed autorevolezza che si richiedono per la guida un Paese che è tra i più industrializzati del mondo. La loro limitazione culturale, nella quale brilla l’ignoranza di Salvini è evidente. Eppure, se le cose non dovessero cambiare e si andasse al voto con questa legge elettorale, pessima ed indecente, rischierebbero di vincere e così si interrompe il cerchio positivo aperto con il Governo Conte due e continuato con il binomio Mattarella /Draghi stimati in Europa e garanti, anche presso i mercati, della buona riuscita del Recovery plan.

Ci auguriamo che i partiti, quelli democratici, rinsaviscano in tempo e trovino il modo di conservarci il duo Mattarella Draghi, almeno fino al termine della legislatura e facessero approvare una buona legge elettorale che ridia agli elettori il diritto di eleggere i propri rappresentanti. La nostra democrazia è malata e non saranno certamente le destre di Salvini e della Meloni, antieuropee e sovraniste, alleate di La Pen e Orban a curarla!

di Nino Lanzetta