La forza del presepe

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La ricorrenza di quest’anno del Natale è stata caratterizzata da due “ eplosioni” di significato diverso: quella dei giovani in festa sulle piazze cittadine, tra balli, suoni ad alta volume e brindisi e quella, silenziosa, del presepe, non solo tra le affollate chiese cittadine , ma anche nelle scuole , nelle famiglie, nei negozi, in ogni luogo di consueta aggregazione sociale. Come tutti sappiamo quella del presepe è una consolidata tradizione, nata nel 1223 a Greccio, borgo storico del Lazio oggi in provincia di Rieti. E’ una tradizione che” non venga mai meno” come ha raccomandato Papa Francesco nella sua lettera “Admirabiile signum” del dicembre 2°19, firmata proprio nel Santuario del Presepe a Greccio: Un mio caro amico, cristiano non praticante, durante il tradizionale scambio di auguri nell’assolato giorno di Natale, lungo corsp Vittorio Emanuele, mi aggiunse , con mia non poca sorpresa,che i “gesti, il calore del presepe ci costringe ad una continua riconversione della nostra storia di salvezza e che la sua preparazione, un po’ dovunque, sia uno dei momenti piu’ edu – cativi e solenni”,. Sorpresa grande la mia perché lo stesso amico, gia’ docente presso il locale liceo classico cittadino, mi aggiungeva che il presepe contribuisce non solo ad accrescere la fede, ma anche a costruire la personalita’ umana e sociale dei giovani. Perchè gli domandai, con un pizzico di provocazione, e la sua risposta fu immediata ed incisiva:” perché ognuno dei personaggi del presepe è un tipo umano, un carattere, un’emozione da avvertire, un sentimento da coltivare”.Mi aggiunse, altresi, che aveva condiviso le parole di Papa Francesco che ha chiamato il presepe “Vangelo vivo”,cioè una buona novella capace di far rivivere un sogno di pace e di solidarietà, attraverso una meravigliosa narrazione per immagini per ricordare a tutti, dopo oltre venti secoli, anche a quelli che non vanno a Messa, che la nascita di Gesu’ riassume il senso profondo della speranza cristiana della redenzione. Gli stessi oggetti presenti nel presepe e ogni dettaglio ad essi collegato hanno una precisa impronta simbolica che ci ricollega alla salvezza dei credenti.Ad esempio la fontana della donna samaritana, rappresenta il luogo dove,secondo una tradizione che risalirebbe ai vangeli apocrifi, l’arcangelo Gabriele ha annunciato a Maria la nascita di Gesu’; il ponte sul fiume simboleggia la congiunzione tra il mondo terreno e quello ultraterreno; il mulino è simbolo del tempo necessario alla trasformazione della farina da cui viene il pane di salvezza; il fiume e i laghi rappresentano l’acqua nei suoi vari significati , ad esempio “ chi beve l’acqua che io gli daro’ non avrà mai piu’ sete”(Gv,13-14), C’è anche il gregge che rappresenta il popolo di Dio in cammino che segue il proprio Pastore. E’ , infine, ci sono gli angeli : come l’arcangelo Gabriele che da l’annuncio destinato a cambiare la storia dell’umanità, cosi nella notte santa gli angeli annunciano la pace agli uomini di buona volonta’.Primo di congedarci l’amico carissimo mi affido’ l’ultima sorpresa nella comune riflessione, citando le parola del papa emerito Benedetto XVI : “ Il Natale non è una favola per bambini, ma la risposta di Dio al dramma dell’umanita’”Ri – tornando a casa per il tradizionale pranzo natalizio non poche furono le mie sofferte considerazione dell’amico “ credente ma non praticante”: Soprattutto mi convinse che le vie del credere, sul difficile acciottolato esistenziale, non sono solo quelle indicate dal catechismo cristiano,ma possono essere anche quelle che la voce nascosta ma potente dello Spirito ci pone davanti: il Natale è il momenro forte ed unico per verificare la nostra solitaria, auspicabilmente comune, direzione di marcia.

di Gerardo Salvatore