“La guerra per il Mezzogiorno, Italiani, borbonici e briganti 1860-1870”, la presentazione a Montoro

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Domani sera alle 20,00 a S. Bartolomeo di Montoro presso la locanda di charme Lavanda e Merletti il docente universitario Carmine Pinto presenta il suo libro “La guerra per il Mezzogiorno, Italiani, borbonici e briganti 1860-1870”. Il brigantaggio fu l’eroica resistenza meridionale al colonialismo sabaudo o la sfida allo Stato di bande criminali? La guerra per il Mezzogiorno concluse la crisi del Regno delle Due Sicilie, determinò il successo dell’unificazione italiana e marcò la complicata partecipazione del Mezzogiorno alla nazione risorgimentale. Iniziò nel settembre del 1860, dopo il successo della rivoluzione unitaria e garibaldina, e si protrasse per un decennio, mobilitando re e generali, politici e vescovi, soldati e briganti, intellettuali e artisti. Non fu uno scontro locale, perché coinvolse attori politici e militari di tutta la penisola e d’Europa, ma non fu neppure una guerra tradizionale: i briganti, le truppe regolari italiane, i volontari meridionali si sfidarono nelle valli e nelle montagne in una guerriglia sanguinosa, del tutto priva dei fasti risorgimentali. Si mescolarono la competizione politico-ideologica tra il movimento nazionale italiano e l’autonomismo borbonico; l’antico conflitto civile tra liberalismo costituzionale e assolutismo; la lotta intestina tra gruppi di potere, fazioni locali, interessi sociali che avevano frammentato le città e le campagne meridionali. Questo libro, per la novità di materiali e documenti usati e per la vastità delle ricerche compiute, offre uno spaccato sulla guerra di brigantaggio che innova interpretazioni fino a oggi date per acquisite. Ne discuteranno con l’autore gli ex governatori della Regione Campania Antonio Bassolino e Stefano Caldoro. Non è casuale che la location dove si presenta il libro è un bed and breakfast che l’ex parlamentare Andrea De Simone, esperto e arguto uomo politico della nostra Regione gestisce con la moglie Daniela, dove si diletta di gastronomia. Ha scritto di recente un libro sula cipolla ramata di Montoro e non rinnega le sue origini, anzi ne è fiero. I genitori, contadini e coltivatori di cipolle vi traevano il reddito per mandare a scuola i figli fra cui l’inossidabile Andrea, oggi più determinato di prima sia in politica, ma anche come amante della cultura. Andrea De Simone ha ricoperto numerosi incarichi pubblici. Nel 1989 è stato Presidente della Provincia di Salerno. Deputato al Parlamento nel 1992. Europarlamentare, prima dello scioglimento della III legislatura europea, nel 1994. Consigliere Regionale in Campania dal 1995 al 2005. Assessore Regionale nel 1999. Senatore della Repubblica nel 2006. Oggi De Simone ha contribuito alla elezione del nuovo sindaco di Montoro Girolamo Giacquinto che sarà presente con altri amministratori questa sera. La presenza di Bassolino e Caldoro a Montoro in occasione della presentazione del saggio di Carmine Pinto significa sicuramente qualcosa anche alla luce delle prossime elezioni regionali. E De Simone, interrogato durante l’abituale simposio domenicale presso un’accorsata pasticceria di Montoro dice la sua su autonomia differenziata, incapacità a spendere i fondi europei, giovani che lasciano la nostra regione, paesi interni che si spopolano. De Simone è ritornato alle origini, della sua Montoro dove nacque 65 anni fa, sta cercando con gli amministratori di farne un presidio importante della cipolla ramata, prodotto di eccellenza locale e base di ricette sopraffine. A questo abbina la cultura nel Giardino delle Parole a S. Bartolomeo di Montoro e al momento sta lavorando ad un programma che lo vedrà ancora protagonista tra cibo, cultura, politica e soprattutto buon praticante dell’arte della convivialità.

Di Antonio Corbisiero