La legge del terremoto, Preziosi ospite in città: il sisma e la mia infanzia

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“Gli eventi drammatici sono una grande occasione. Quando lo Stato non funziona, il ceto medio deve rimboccarsi le maniche e reagire. La ricostruzione mai completata è stata un’opportunità persa. Penso ai luoghi abbandonati sulle colline irpine o ancora in Sicilia e in tante delle regioni colpite da terremoti”. Spiega così Alessandro Preziosi il documentario “La legge del terremoto”, viaggio nei sismi che hanno attraversato la storia del paese, dal Friuli ad Amatrice, passando per l’Irpinia, proiettato ieri sera al Partenio grazie ad un’iniziativa del Circolo di cultura cinematografica Immaginazione, in collaborazione con il Laceno d’Oro International Film Festival di Avellino. Spiega come, “dopo un terremoto, non c’è più nessuno che piange, inizia qualcosa di nuovo, è come un campo dopo la battaglia, bisogna catalogare e cercare di ricostruire com’era e dov’era”. Inevitabile il riferimento ai ricordi della città “Mi dispiace esserci tornato col buio, mi avrebbe fatto piacere tornare come quando ci si imbarca da Napoli, con la luce che mostra la città.. Penso alla mia infanzia e all’adolescenza. I ricordi sono quelli di un ragazzo che girava per la città con gli amici, che andava a scuola, fino all’evento che ha segnato la vita di tutti. Penso a mio padre che usciva dal tettuccio dell’auto del presidente Sibilia per la promozione in serie A. La mia famiglia mi ha permesso di vivere l’adolescenza nel modo più bello, nel segno dello stare insieme. Credo che sia un valore che l’Irpinia stia recuperando”. Non nasconde l’emozione per “l’essere riuscito a raccontare qualcosa che c’è sempre stato dentro di me, che ha sempre fatto parte della mia cultura”. E sul difficile momento che viviamo “Il Covid ci spinge dentro, il terremoto fuori, restando nelle case è difficile essere solidali. L’impressione è che si tenda ad aspettare sempre l’errore del nostro prossimo, a dare per scontato che gli altri non ce la faranno. C’è un disfattismo dilagante dal quale dobbiamo difenderci. Del resto, la solidarietà, l’andare in soccorso dell’altro è il messaggio che arriva dalla storia di tutti i terremoti dal 1968 ad oggi. Siamo un paese che si è retto sulla solidarietà”. Confessa di voler lavorare presto a un suo film “appena il progetto ci sarà, sarete i primi a saperlo”.