Corriere dell'Irpinia

La manovra per il popolo e le Europee

Fermate quei due, prima che sia troppo tardi! Il “popolo” italiano è fin troppo magnanimo e tollerante ed ha scarso senso della storia e dimentica facilmente quante volte, in situazioni analoghe, si è arrivati a regimi autoritari o a dittature. Oggi si tende ad escludere situazioni estreme anche se molti pensano che la democrazia parlamentare sia in pericolo e si possa andare incontro ad una “democratura” (misto tra democrazia e dittatura, democrazia illiberale) ed il governo giallo verde potrebbe portarci ad una situazione del genere. Prima o poi diventerà il governo dei sovranisti e Salvini ne sarà il deus maximus. I due partiti non hanno nulla in comune se non l’antieuropeismo e l’uscita dall’euro che adesso cercano di celare ma che perseguono nei comportamenti e nelle scelte politiche, pur tra affermazioni, smentite, mezze frasi e attacchi violenti ed epiteti volgari per nulla istituzionali contro i vertici del “nemico” Europa Del resto non ne hanno mai fatto mistero. Lo ha sempre sostenuto Grillo: “L’euro è un’allucinazione… un sotterfugio…. Bisogna non solo uscire dall’euro, ma uscire il più velocemente possibile.” Atene 2015. E Matteo Salvini: “Se la Lega va al governo, noi usciamo” Roma 2016.

La stessa manovra finanziaria “del popolo” sembra fatta apposta per fare terra bruciata dietro di loro ed aumentare negli animi degli ingenui un sentimento di antieuropeismo. Una manovra contro le regole dei trattati e contro la logica dei conti; che prospetta una crescita inverosimile con entrate insufficienti a coprire le spese, specie quando le si diminuiscono drasticamente con la flat tax. E’ Una manovra “populista” che vorrebbe distribuire al “popolo” soldi che non hanno e che prevedibilmente non avranno mai, checché ne dicano i nuovi “bocconiani” senza laurea Salvini e Di Maio, che saranno insufficienti anche se il Pil crescesse più dell’1% nel prossimo anno. L’informazione, specie quella televisiva, con poche anche se autorevoli eccezioni, sta facendo un pessimo servizio all’Italia nascondendo la reale posta in gioco e non sottolineando abbastanza che una pur equa redistribuzione di ricchezza non favorisce la crescita e quei soldi saranno comunque a carico degli italiani del domani. Anche parte dell’imprenditoria sta saltando sul carro del vincitore pensando più all’oggi che al domani. Purtroppo, non ce ne possiamo “fregare” dell’Europa e dei mercati perché alla prima ci legano scelte irreversibili, e uscendo dall’euro siamo automaticamente fuori anche dalla Comunità e i Mercati comprano il nostro debito (uno tra i più alti del mondo!), senza il quale la nostra economia non reggerebbe lo spazio di una settimana. Per ora puntano a scardinare ogni possibilità di integrazione politica che, colpevolmente, non ha proseguito di pari passo con quella economica. Tendendo a formare una maggioranza di Stati che si vogliono riappropriare di tutta la loro autonomia interna e riproporre i confini e la chiusura delle frontiere. Poi passeranno al resto. Se non ci riusciranno passeranno al piano B con l’uscita dall’euro che è il loro vero obbiettivo.

Il bel volume di Sergio Rizzo:” 02.02.2020 la notte che uscimmo dall’euro” uscito di recente per la Feltrinelli, descrive efficacemente questo scenario e il disastro che ne deriverebbe riservandoci una lettura piacevole, ma nello stesso tempo. Non è un libro di fantascienza e lo stesso autore tiene a sottolineare che: “i fatti narrati e le vicende dei loro protagonisti, sono opera della fantasia dell’autore, sebbene liberamente ispirati ad accadimenti reali. I fatti storici e di cronaca citati hanno quindi il solo scopo di conferire verosimiglianza all’espressione artistica e concretezza alla critica politica…” Il libro narra lo scenario futuro che potrebbe avvenire nel nostro Paese, con le conseguenze disastrose soprattutto per il “popolo”, se il governo dei “sovranisti” dovesse avere la maggioranza dell’elettorato, cosa non difficile stante una opposizione inesistente, una sottovalutazione preoccupante della maggioranza del “popolo del Web” ed una martellante propaganda fatta di slogan e di balle colossali. Se ne consiglia la lettura.

di Nino Lanzetta edito dal Quotidiano del Sud

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