Corriere dell'Irpinia

La memoria corta della società civile 

Il concetto sociopedagogico del “vizio della memoria”, equivale alla sindrome civile della memoria corta, ha costituito il lievito fecondo del nucleo tematico “corruzione, democrazia alterata” sviluppato dal Procuratore della Repubblica di Avellino Rosario Cantelmo, in occasione della presentazione del legal triller di Bruno Larosa, Doppio Binario, nella suggestiva cornice del Castello della Leonessa di S. Martino Valle Caudina, nell’ambito della kermess “I quattro giorni dei briganti”. Lo stimato magistrato nel parlare della giustizia a doppio binario, ha richiamato, la deleteria abitudine della memoria corta della nostra società civile quando viene interpellata dall’iter processuale che, per una serie di ragioni, diventa sbrigativo per i più deboli e lunghissimo per i più forti, difesi dai più valenti e scaltri avvocati. Il doppio binario evocato da Cantelmo pur senza facili moralismi, in realtà recupera la pregnanza del mistero della Croce, di Gesù Cristo che, sin dal suo primo apparire sulla terra “non dei potenti volgesi- alle vegliate porte- ma tra i pastor devoti- nel duro mondo ignoti – subito in luce appar!” Il messaggio manzoniano è ancora attuale se ancora oggi, dopo altri venti secoli di cristianesimo, il doppio binario si frappone nel difficile cammino dei più deboli, non solo nei procedimenti giudiziari, ma nelle prescrizioni fiscali, nelle opportunità di lavoro e, in parte, anche negli studi. La memoria corta della società civile alimenta indirettamente anche la corruzione a partire dalla non fatturazione delle cure mediche, odontoiatriche in particolare, non escluse le prestazioni per le numerose riparazioni dei servizi domestici. La memoria corta è anche alla base dell’assurdo comportamento dei genitori che per un familismo diffuso arrivano ad usare violenza fisica a danno dei docenti per i loro comportamenti non compiacenti nei confronti dei figli, studenti svogliati. Il preoccupante fenomeno non afferisce solo a genitori giovani, ma anche a quelli appartenenti alle generazioni mature che, con molta facilità, dimenticano la sacralità degli ammonimenti dei docenti con la piena approvazione dei rispettivi genitori di appartenenza. La sindrome della memoria corta, altresì, è alla base del qualunquismo politico degli ultimi tempi: non sono tanto lontani – quanto basta per dimenticarli – i tempi delle appassionate discussioni politiche nelle sezioni dei partiti delle nostre piccole comunità o la partecipazione entusiastica ai comizi di piazza per ascoltare oratori di chiara fama e di coinvolgente oratoria. Certamente la memoria corta non aiuta nessuno ad uscire dal tunnel del relativismo culturale e della disumanizzazione delle nostre comunità, frastornate dalla preoccupante diffusione dei poteri digitali

di Gerardo Salvatore edito dal Quotidiano del Sud

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