La ricetta: le treccine di Carnevale

a cura di Amalia Leo

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L’aria frizzante/ respirava la sua  acerba primavera/mentre nella cucina laboriosa/friggeva la magia/di suggestioni abbracciate/ad un’apparente normalità/che sornione nascondevano/uno spirito ribelle/dietro   maschere/d’indicibile leggerezza.

 Ingredienti

 500 gr di farina 00

25 gr di lievito di birra fresco

120 gr di ricotta

25 gr di burro

3 tuorli d’uovo

150 ml di latte

20 gr di zucchero

1 pizzico di sale

1 l di olio   per friggere

zucchero a velo qb

Procedimento

Nella   planetaria  mettere la farina con la  ricotta, il burro fuso  , il lievito di birra sbriciolato, i  tuorli d’uova, lo zucchero   e un pizzico di sale. Amalgamare   con le fruste a gancio per   5 minuti poi aggiungere il latte tiepido e far amalgamare .

Formare  una palla   e lasciar lievitare l’impasto nel forno spento per   2 ore.

Riprendere l’impasto e stendere la pasta   su una spianatoia infarinata  ricavando una  sfoglia   dello spessore di circa mezzo centimetro. Ritagliare   dei bastoncini della lunghezza  di 10 – 12 centimetri e larghi circa 3.

Arrotolare su se stessi i bastoncini per formare le treccine  .

In una padella profonda  scaldare abbondante olio di semi e friggere per un minuto poche per volte le treccine. Farle asciugare su carta assorbente e poi disporre le treccine su un vassoio   spolverizzando con zucchero a velo vanigliato

Servire accompagnando vino bianco Malvasia.

  Curiosando

E’ tradizione che nel periodo di carnevale si festeggi con dolcetti fritti.L’origine   è da ricondurla a quando  i contadini, nel periodo invernale,usavano macellare i suini. Col grasso degli animali tagliato a pezzi e cotto fino a fondere si dava origine allo strutto  mentre la parte solida origina i ” ciccioli”.  Lo strutto o sugna si presenta come una pasta  bianca e viene  utilizzato come condimento o per la frittura di dolci croccanti  e dorati ma dall’interno morbido.  A  Carnevale,   dal latino carnem vale,  saluta la carne perché, per tutto il tempo successivo della  Quaresima, si dovrà fare astinenza è concesso festeggiare con pietanze succulenti e dolci fritti. Ogni regione italiana ha le sue  ricette   di dolci tradizionali fritti: frappe, chiacchiere, bugie, lattughe, ciambelle, bombette,  castagnole, che possono essere fatte con impasti tradizionali o  aromatizzati, oppure ripiene di   creme, ricoperte di zucchero o cioccolato . Secondo la storia,in particolare, le chiacchiere  chiamate frictilia, si mangiavano durante i Saturnali  in epoca romana, accompagnate dal   sanguinaccio, preparato con cioccolato e sangue suino  oggi sostituito con  cioccolata in tazza. Tuttavia la ricetta originale appare scritta per la prima volta ne “La singolare dottrina” ,pubblicata nel 1560 ,di Domenico Romoli di Firenze ,detto il Panonto, uno dei più grandi gastronomi rinascimentali .