La rivalsa di De Blasio dopo la mancata sfiducia: “Hanno fallito per la terza volta”. Ma apre “per il bene del Pd”

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"Capriglia 14 dicembre 2015, a futura memoria".
Per il segretario provinciale del Partito Democratico di Avellino, Carmine De Blasio, quello che definisce lo "spettacolo indegno" andato in scena lunedì sera nel corso dell’assemblea provinciale del partito, potrebbe essere racchiuso in questo slogan.
Quello che ripeterà più volte nel corso della conferenza stampa tenuta questa mattina nella sede Pd di via Tagliamento, per fare il punto della situazione dopo "il mancato tentativo di sfiducia verso il segretario provinciale del partito".

Perché per De Blasio, è inutile arrovellarsi in "esercizi matematici" di numeri. "Dal punto di vista politico "Capriglia 14 dicembre 2015", ha segnato il clamoroso fallimento, il terzo, di chi ha voluto scegliere la strada della spaccatura e del fallimento. Di chi, vergognosamente e da due mesi e mezzo a questa parte senza nemmeno più dignità, tenta di dividere e distruggere il Partito Democratico".

Ne ha per tutti il segretario: per l’onorevole Luigi Famiglietti "che continua a nascondersi dietro le protezioni romane, quando non ha capito che i conti si fanno in Provincia di Avellino".
Per Gianluca Festa, che tuttavia De Blasio non nominerà nemmeno una volta per nome nel corso dell’incontro della stampa.
Ma il riferimento chiaro al consigliere comunale è evidente quando il segretario dice con convinzione che "la condizione di questo partito e della vita amministrativa della città di Avellino, tenta di essere rovinata da chi opera per creare volutamente danno a questo partito e da chi lo ha utilizzato per avere quella condizione che senza di lui oggi non avrebbe avuto".

A fronte di chi a Capriglia "ha mandato in scena quello spettacolo ridicolo", De Blasio ricorda come i renziani non abbiamo votato la sfiducia e il dato non può essere sottovalutato "di fronte a meri conteggi numerici".

Torna a parlare più volte di "dato politico inequivocabile", talmente forte per il segretario, che smentisce chi "continua ad invocare un Commissariamento che farebbe solo male al partito".
"Il Pd ha un segretario- gli manda a dire- e chi ancora oggi vuole il Commissario, ammette la sua debolezza politica. Visto che non ce la fanno politicamente, allora cambiano strategia e invocano l’intervento supremo".

Ma il segretario si fa trovare più carico che mai e ricorda, che da qualsiasi punto di vista si voglia vedere o interperatere lo scenario attuale, l’unico dato certo è che la mozione di sfiducia non è passata.
Che la segretaria regionale pure è dalla sua parte.
Certo avrebbe da dire nei confronti di chi invece "ha voltato le spalle al Segretario". "Dove erano i riferimenti istituzionali", domanda.

Consumata l’analisi politica, De Blasio mette al centro del ragionamento la sua "responsabilità" e il suo "rigore" che lo induce a che "per me politicamente la storia è finita a Capriglia".
Non vuole consumare vendette ma, al contrario, chiama alla collaborazione per evitare ulteriori strappi che farebbero male solo al partito e alle importanti poste in gioco all’orizzonte (a partire dalle comunali di primavera).
Dice di aver apprezzato le parole di Francesco Todisco "frutto di un ragionamento squisitamente politico" e si augura che la stessa lungimiranza politica sia condivisa da tutti.
"La migliore soluzione nell’interesse del partito- rilancia- è costruire insieme un percorso che possa spianare la strada ad azioni più incisive. Il segretario provinciale non è arroccato sulle proprie posizioni e da parte mia, a differenza di altri, non ci saranno forzature. Ma abbiano tutti un po’ più di coraggio".
Perchè tanto alla fine, questa la sfida finale che lancia "i conti si fanno in congresso. E a quell’appuntamento il Pd ci arriverà con il suo segretario provinciale".