La via maestra della responsabilità

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Nella mia consueta riflessione della settimana scorsa parlai della “vulnerabilita’” dei partiti italiani e della loro spasmodica attesa di rivincita con il pericolo , almeno per qualcuno di essi, di ricorrere a comportamenti di violenze anacronistiche, nell’evidente tentativo di liberarsi dall’attuale “imbrigliatura” determinata dal governo Draghi per uscire dall’attuale emergenza sanitaria , sociale ed economica , ancora presente nel nostro Paese, anche se con intensità attenuata. Molti osservatori ipotizzavano che questo deleterio tentativo avvenisse dopo l’elezione del nuovo presidente della Repubblica. Le devastazioni violente delle scorsa settimana hanno anticipato le previsioni, forse anche per qualche forsennato tentativo di carpire il consenso elettorale dei ballottaggi amministrativi, cavalcando il dissenso dei No-Vax e la richiesta del Green Pass. Sulla quasi unanime condanna dei clamorosi ed odiosi avvenimenti è stato gia’ scritto ampiamente, con contributi e riflessioni anche autorevoli all’interno della opinione pubblica italiana dove è prevalso il buon senso, la responsabilita’ e la consapevolezza critica che la via maestra per uscire dalla crisi è l’unanime convincimento che il vaccino è l’unico baluardo di difesa contro la pandemia. Ma una doverosa considerazione frattanto, credo vada fatta: in coincidenza dei fatti violenti accaduti, quasi tutti i canali di comunicazione, hanno dato esclusivo rilievo agli stessi fatti, quasi ignorando che nello stesso tempo- nelle nostre piazze, nelle nostre famiglie, all’interno delle forze sociali e di volontariato presenti nei nostri territori, lo sdegno e la dignitosa disapprovazione erano molto evidenti. Le versioni assurde ed ipocrite fornite dalle forze politiche di opposizione non sono state sufficienti ad evitare la corale mobilitazione delle forze sindacale e democratiche italiane ed europee. Successivamente è stato rappresentato obiettivamente, e con migliore e maggiore ampiezza informativa, il quadro generale della comunicazione nazionale ed internazionale. Un’altra considerazione mi sia consentita : il nostro popolo, nonostante alcune zone d’ombra che comunque non offuscano il suo orizzonte culturale e sociale, ha dimostrato consapevolezza e fiducia che le restrizioni e le prescrizioni imposte, nella realta’ dei fatti, tutelano gli interessi e la salute di tutti. In particolare il considerevole numero dei credenti sembra aver recepito il monito profetico di Papa Francesco : “dalla pandemia ne usciremo migliori o peggiori di prima?” Certamente spetta a noi decidere. Il monito del Papa, evidentemente, andava oltre l’orizzonte spirituale dei credenti, riferendosi anche alla dimensione antropologica globale della persona, con le sue esigenze umane, sociali ed economiche. L’attuale discesa della curva pandemica ha dimostrato che la folle irresponsabilita’ dei pochi facinorosi e le inaccettabili violenze contro i presidi del lavoro , della democrazia e della ripresa sociale ed economica non sono prevalse sulla corale e dignitosa responsabilita’ del nostro popolo che, nel corso della sua tormentata storia, ha saputo sempre tutelare i valori fondanti del civile tessuto comunitario. I giovani, le donne, i non piu’ giovani, scelgano la via maestra della responsabilita’, riscoprendo le nuove “cose da dire e i gesti da fare” come ammonisce don Mimmo Battaglia, nuovo arcivescovo di Napoli, gia’ prete di strada e attuale pastore impegnato nel coraggioso cammino quotidiano, affaticato sempre di più dalle crescenti emergenze sociali ed economiche di una comunita’ difficile come quella partenopea.

di Gerardo Salvatore