L’anti-politica dell’Uomo Qualunque

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“A fare gara a fare i puri, troverai sempre uno più puro che ti epuro”. L’aforisma è del leader del socialismo italiano Pietro Nenni e in questo fine 2016 sembra scritto per il Movimento Cinque Stelle. Dall’atto della loro nascita hanno fustigato i partiti tradizionali rimproverandogli ogni sorta di nefandezza ma quando è toccato a loro “sporcarsi le mani” con il governo, per ora solo delle città, hanno replicato vecchi vizi e cattive abitudini. Il movimento è andato al potere gridando “onestà, onestà. E poi alla prova dei fatti sono emersi troppi elementi di continuità con il passato più che di discontinuità. Sono stati dunque i Cinque Stelle al di là del doppio Presidente del Consiglio (Renzi e poi Gentiloni) i grandi protagonisti dell’anno che si sta chiudendo. Hanno vinto in due grandi città Torino e Roma. E la capitale è la vera sfida che se vinta consacrerebbe il Movimento come forza di governo e se persa al contrario confinerebbe i Cinque Stelle nel recinto dei partiti che non possono ambire a diventare credibili come alternativa al PD e al centrodestra. A Roma è sotto gli occhi dei cittadini il caos amministrativo prodotto dall’amministrazione Raggi. Una continua rotazione di dirigenti, assessori, funzionari pubblici e una attività per la città praticamente inesistente. La capitale d’Italia resta mal governata. Strade sporche e piena di buche. Piccoli e grandi problemi irrisolti e addossati (non senza ragioni) alle precedenti amministrazioni. Dalla vittoria di Virginia Raggi a giugno sono passati sei mesi e almeno una novità di metodo e di merito i romani se l’aspettavano ma finora nulla hanno visto. La sindaca in assenza di una vera classe dirigente del Movimento si è appoggiata a personaggi e ad ambienti già noti nelle precedenti amministrazioni. Un sostegno che alla lunga si è rivelato una zavorra che non ha aiutato l’azione amministrativa della giunta. Il risultato è stato una sorta di commissariamento da parte di Beppe Grillo e del figlio di Casaleggio che hanno deciso di allontanare dalla giunta comunale gli uomini e le donne di fiducia della Raggi limitandole così l’azione politica. Lei ha deciso di chiudere le falle aperte nominando un nuovo vice sindaco e un’altra assessore all’ambiente. E come altri politici evita domande scomode e preferisce rifugiarsi sui social network postando video. Il 2016 si chiude così. Sarà difficile però andare avanti anche nel 2017 in questo modo. Giorni fa Massimo Giannini ha scritto che “la Capitale, distrutta da una rovinosa e mafiosa consociazione tra potentati deviati di sinistra e di destra, è al suo anno zero. Non sappiamo se e come Raggi possa uscire da questa crisi. Certo, non può farlo continuando a dribblare le faide e i problemi a colpi di accuse ai soliti "poteri forti". Non perché non esistano. Ma intanto vorremmo conoscerli per nome e per cognome. E poi avevamo capito che i grillini avessero trionfato, a giugno, proprio per dimostrare che il Movimento sa come superare la stagione dell’anti-politica e come affermare, su tutti gli altri potentati, il primato di un’"altrapolitica". Occorre quindi invertire la tendenza non solo a Roma. I Cinque Stelle sono stati la grande novità di questa legislatura. Un movimento che si presenta per la prima volta alle politiche ed ottiene più del 25 per cento e oltre otto milioni di voti resta un fenomeno che non si può liquidare con un’alzata di spalle o ascriverlo ai tanti movimenti dell’anti politica. Il paragone con l’Uomo Qualunque che spopolò nel dopoguerra è stato fatto spesso. Grillo è un comico, Giannini era un brillante commediografo napoletano. Due uomini di spettacolo. La politica però è un’altra cosa.
edito dal Quotidiano del Sud