L’arcivescovo Battaglia inaugura l’anno giubilare di Sant’Ippolisto: riscopriamo l’essenza del cristianesimo Non perdiamo la speranza

Oggi l'apertura della Porta Santa ad Atripalda "Una chiesa che non sogna non può evangelizzare"

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E’ stato  l’arcivescovo di Napoli Domenico Battaglia ad inaugurare questa sera l’anno giubilare di Sant’Ippolisto con l’apertura della Porta Santa presso la chiesa di Sant’Ippolisto ad Atripalda. Un rito seguito dalla celebrazione eucaristica e dall’adorazione delle reliquie.  A partecipare alla cerimonia le autorità civili e religiose e una folta folla di fedeli.

E’ stata l’occasione per lanciare un appello alla comunità a riscoprire l’esempio di Ippolisto e dei primi martiri cristiani. Non nasconde la sua emozione il vescovo Battaglia: “Questa celebrazione è un invito a ritrovare l’essenza del cristianesimo, nel segno dell’autenticità. Non dobbiamo riempirci la bocca di parola ma essere cristiani nei fatti. Ogni problema può superato varcando la soglia del proprio cuore, proprio come è stata aperta questa porta santa. La fede è uscire fuori dai recinti, in strada, per andare incontro alla speranza. Una Chiesa che non sogna non può evangelizzare, c’è bisogno del coraggio del sogno. La vita ci chiede di non arrenderci mai e di non smettere di amare. Non dobbiamo mai abbandonare la speranza”.

Sant’Ippolisto, primo evangelizzatore della chiesa cristiana, fu ucciso proprio il primo maggio del 303 ed è seppellito insieme ai martiri cristiani nello Specus Martirum. Di forte suggestione il rito dell’apertura della porta santa, la pioggia non ha fermato i fedeli che hanno voluto rendere omaggio a Sant’Ippolisto

Il parroco don Luca Monti ha più volte sottolineato come  “Questa celebrazione dei 1720° anniversario anni diventa l’occasione per riprendere in mano questa storia che segna il cammino della chiesa e sensibilizzare la coscienza dei credenti sul tema della persecuzione dei cristiani, un tema ancora fortemente attuale. Sapere che veniamo da una storia di fedeltà e passione non può che fare bene, ci aiuta a recuperare le nostre radici”.