Corriere dell'Irpinia

L’arte di Pietra Barrasso, luce e spiritualità

Un incontro di luce e spiritualità il cui centro è costituito dall’arte, espressione dell’ingegno umano fatto di intuizioni capaci di proiettare l’artista in un oltre lontano. Non utopia irenica di una sognatrice errante, ma una visione sublime che si scioglie nell’infinito, diventa oblio disperso capace di approdare in un universo artistico smisurato. L’incommensurabile, la contaminatio tra passato e futuro sono, nell’atto stesso della produzione artistica, una volontà consegnata ad una lavorazione di assoluto valore. In Pietra Barrasso il nitore della pittura diviene teoria della consapevolezza e le sue opere sono il riflesso di quella splendente spiritualità il cui centro è costituito dalla luce che apre alla vita, realizzando quella visione cosmica al cui interno concretizzare la propria idea dell’arte. La ricerca della luce riflette il suo concetto di assoluto non per épater le monde, ma per quel bisogno di ritrovare Dio, transumanare per superare i limiti umani e liberare la strada verso l’Altissimo.

Per lei la luce diffonde le fluttuazioni dell’animo, apre alla vita e riproduce i sentimenti di quella umanità multiforme incontrata sul suo cammino. Quella di Pietra Barrasso è un’esperienza vissuta e trasformata artisticamente da una ideazione figurativa, nella quale si avverte il tempo interiore dell’artista, costruito sullo scorrere delle emozioni. Le sue opere sono un universo incantato capace di realizzare quella visione profetica al cui interno sviluppare la sua idea dell’arte. Pietra Barrasso cerca la luce per trovare Dio, parla con Lui e il Nume si rivela nella sua luce. Nella sua pittura si incontrano metafore gradevoli, un mondo artistico fatto di immagini oniriche, una suggestione magica capace di esaltare il suo animo irradiandosi in uno spazio infinito. Il chiarore che promana dai suoi quadri non è casuale, è il colore dell’anima, un omaggio alla bellezza urlata in un desiderio fuggente a dimostrazione che l’arte è quella realtà percepibile che sa rielaborarsi in un pensiero compiuto, universi paralleli che s’incontrano in quell’infinito mondo che definisce il limite tra il sogno e la realtà. È la capacità di saper pensare en avant, come voleva Rimbaud, di superare il proprio limite e decantare quel bisogno nascosto che porta l’uomo a cercare la perfezione. Dall’arte figurativa approda al MetaFomismo ideato da Giulia Sillato realizzando un modo nuovo di fare pittura. Conosce san Giovanni Paolo II e capisce che la sua spiritualità, la tradizione della sua terra, l’Irpinia, avevano bisogno di spazi infiniti per costruire comunità presupposte su valori certi. Le sue opere trasmettono la speranza di sentirsi in eufonia con il mondo, raccontano la bellezza, riflettono la luce divenendo poesia in quell’umanità che non conosce confini. Raccontano che l’arte è un viaggio nel tempo, il luogo in cui incontrare la propria libertà, dove eleganza e bellezza si sublimano in un afflato comune e l’imponderabile sfugge alla normalità, segnando il confine tra ciò che è possibile e ciò che non lo è. Se c’è un modo semplice per spiegare Pietra Barrasso è quello di chiamarla artista e godere della sua luce.

Vincenzo Di Lalla

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