Lazzaruolo, dai ritmi del ‘700 al rock nel segno della contaminazione

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Grottaminarda. Quando si dice la contaminazione. Con la musica, infatti, riesce meglio.Da anni, con il Notturno Concertante ma anche da solista, Lucio Lazzaruolo studia e ricerca le “fusion” tra chitarre e melodie. Andando anche indietro negli anni. L’ultimo lavoro di Lucio è da solista.”Amelia and other favourities”, in effetti lo ha suonato quattordici anni. E lo ha risuonato. Lo abbiamo intervistato.
Un disco da solista del 2009 riarrangiato? 
“In realtà è stato rimasterizzato. I suoni sono più chiari e nitidi, d’altronde le nuove tecnologie consentono di migliorare, a volte in maniera sostanziale, quello che hai registrato qualche anno prima. L’opera di mastering è stata fatta da Raffaele Villanova, che è l’altro componente fondatore del mio gruppo, il Notturno Concertante. Il disco è stato pubblicato in streaming sulle principale piattaforme (Spotify, ecc) dall’etichetta milanese Luminol Records”.
Come abbini i suoni del 700 a quelli di oggi?
“Per me lo studio della musica del 700 e ancora di più quella successiva è una sorta di palestra, certo non solo tecnica, per capire da dove veniamo e una fonte inesauribile di ispirazione. Naturalmente anche il solo ascolto”.
Allora  che ruolo poteva avere la musica? 
“Un ruolo che ovviamente è profondamente cambiato nel corso del tempo. Durante il Settecento, l’importanza della musica classica era notevole in Europa, con l’opera lirica e il balletto che erano molto popolari nelle varie corti reali. La musica classica era in realtà un modo per celebrare la ricchezza e l’importanza dei ricchi e dei potenti.  Nell’800 la musica classica divenne più democratica, con molti compositori impegnati a creare musica che riflettesse le aspirazioni e i sentimenti delle persone comuni. La musica classica divenne più accessibile a una più ampia varietà di persone, e ciò significava che non era più necessario avere una grande quantità di denaro per poterne godere”.
Chi è Amelia?
“È un semplice riferimento a uno dei brani contenuti nell’album, un pezzo del chitarrista spagnolo Miguel Llobet, che si intitola appunto “El testamento de Amelia”.
Quanti dischi da solista hai inciso?
“Fino ad ora tre (di cui due My favorite e Amelia and other favourite dedicati alla chitarra classica). Ma è quasi pronto un nuovo album sempre dedicato al mondo della musica classica che si intitolerà “Etudes et duets”, conterrà oltre a svariati studi di Fernando Sor, un importantissimo chitarrista compositore spagnolo vissuto tra la fine del 700 e l’inizio dell’800, parecchi brani (di Fauré, Scarlatti, Praetorius, Vivaldi ed altri) in cui ho suonato due chitarre classiche con la tecnica della sovraincisione. In più sto registrando pezzi per un eventuale successivo album dedicato all’utilizzo della chitarra classica nel rock progressive. Ma l’album (di nuovo strumentale) che è quasi in dirittura di arrivo è quello nuovo del Notturno Concertante, che si intitolerà ‘Distressed colours’ e che vedrà la partecipazione assieme a Raffaele Villanova, Francesco Margherita e me di musicisti di varie nazionalità”.
Giancarlo Vitale