Dopo la sua fortunata stagione televisiva, che lo ha visto personaggio emergente grazie alle straordinarie imitazioni di Crozza, non sembra ultimamente che le cose, nella realtà dei fatti, si mettano troppo bene per l’ex sceriffo salernitano, ora governatore. Infatti, nella sua città illuminata a festa grazie ai tre milioni di euro graziosamente elargiti a spese di noi contribuenti, proprio mentre gustava le sue pietanze preferite, De Luca ha dovuto subire due batoste, una dietro l’altra. La prima è il ripensamento del nuovo governo sulla ignobile norma ad personam voluta dall’esecutivo Renzi, che avrebbe permesso al controllato (il governatore e capo dell’amministrazione regionale) di diventare anche controllore (cioè commissario governativo per la sanità campana), in barba ad ogni principio di trasparenza e di buongoverno! Un mutamento di rotta determinato da vari fattori, tra cui il cambio dei premier. Gentiloni non se la è sentita di nominarlo, considerato che il deciso no della ministra Lorenzin avrebbe potuto determinare una spaccatura politica nel Consiglio dei ministri chiamato ad effettuare la scelta. In tale direzione un peso ha probabilmente avuto anche la nuova inchiesta per voto di scambio, che vede coinvolto il governatore campano per le sue dichiarazioni nella riunione degli amministratori in occasione del referendum, che certamente ha contribuito a deteriorare la sua immagine. E forse non vi è neppure estranea l’irritazione renziana per le frasi deluchiane che, a botta calda, imputavano all’allora premier troppi errori e la responsabilità dell’esito referendario.
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La seconda è la mazzata, in termini di immagine e di ripercussioni varie, abbattutasi sull’intera nostra regione dai dati divulgati dal ministero della Salute sullo stato delle Regioni sottoposte a piani di rientro, che vedono la Campania ben ultima. Addirittura due punti in meno rispetto ai livelli del 2009. E ben 40 punti sotto i 139 ottenuti nel 2014. Insomma, uno stato di cose estremamente preoccupante. Come ha evidenziato in anteprima "Il Mattino", i Iivelli essenziali di assistenza (Lea) appaiono in caduta libera in Campania. E sono scarse, anzi scarsissime, le performance dei vari parametri di qualità. Insomma, nonostate in sette anni di commissariamento siano stati apportati notevoli tagli ai servizi sanitari, con la soppressione di ospedali, abolizione o accorpamento di innumerevoli reparti, mancata sostituzione di personale e crescita esponenziale dei ticket, lo stato di salute generale del comparto sanitario regionale non solo non è migliorato, ma è addirittura peggiorato! Preoccupante appare il quadro dei super-affollati ospedali cittadini, con precariato diffuso, procedure e normative obsolete o non omogenee, notevoli disfunzioni organizzative. In questo quadro, la provincia di Avellino – nonostante la disponibilità degli operatori- ha risentito in modo particolare delle incertezze della politica e di piani assurdi, come quello degli ospedali irpini da considerare una struttura unica, articolata in più plessi, nonostante la difficile percorribilità invernale dall’uno all’altro lembo della provincia. Il progressivo impoverimento- scadimento dei servizi (a fronte di un sensibile aumento dei costi per i cittadini) ha finito per determinare, soprattutto nelle aree più periferiche, una situazione sostanzialmente incompatibile con le linee-guida nazionali e con le esigenze minime delle popolazioni!
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Tutto normale o casuale? Neppure per idea! Vi è più che la sensazione che, dietro questo caos o queste inefficienze, vi siano – o possano esistere e trovare spazi sempre maggiori – disegni tendenti a favorire una sanità privata già molto forte. E a creare ulteriori terreni per insopportabili disuguaglianze, già troppo diffuse! E se ci aggiungiamo l’altro grande problema, la disoccupazione, soprattutto quella giovanile, che rimane a livelli insostenibili – a fronte dei tanti milioni di euro spesi per una formazione assolutamente inefficiente o per progetti europei inconsistenti e senza alcune ricaduta positiva – ci accorgiamo che la realtà fa davvero a pugni con la tranquillizzante "narrazione" deluchiana!
edito dal Quotidiano del Sud