Le giravolte del PD

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Nonostante la sua consistente presenza nell’esecutivo, il Pd non è finora riuscito ad imporre nell’agenda di governo i temi tradizionali del suo elettorato di riferimento. Il partito  mostra ormai tra il Nord e il Sud volti molto  diversi. E questo avrà un peso notevole in futuro. Può darsi che il voto di settembre contribuirà a stabilizzare la legislatura, considerato soprattutto il terrore di molti parlamentari di non essere rieletti. Certo è che però è costata cara la non sconfitta (perché di questo si tratta) del Pd. Paradossalmente percepita quasi come una vittoria grazie anche agli avventati pronostici salviniani su improbabili 7 a 0 o 6 a 1.

Il referendum, poi, ha evidenziato una forte spaccatura tra la decisione della leadership a favore del sì e  tanti autorevoli esponenti del partito. Moltissimi autorevoli rappresentanti del mondo accademico e intellettuale hanno stigmatizzato la cedevolezza del Pd alle spinte più populiste del M5S. Una frattura che non sarà facile sanare. Insomma, sembra proprio che le contraddizioni politico-strategiche create dall’ondivago comportamento del Pd possano essere addirittura superiori ai vantaggi conquistati nell’immediato.

Non é facile dimenticare il patto molto poco nobile posto alla base degli accordi di governo: il sì del partito alla riduzione dei parlamentari in cambio dell’assenso del M5S al Conte bis. E così, dopo aver votato per ben tre volte in Parlamento contro questa illusoria riforma, con una improvvisa piroetta il Pd  ha dimenticato la “Costituzione  più bella del mondo”, le marce  e i girotondi contro i diversi tentativi di manomissione costituzionale. Ha deciso per il “sì”, e buonanotte ai suonatori!  Una marcia indietro clamorosa, compiuta in nome di quelli che Zingaretti ha definito  le “supreme ragioni della politica”. Essa ha annullato anni e anni di coerente narrazione politica. E ha cancellato l’immagine del pd come partito garante dei valori costituzionali. Paradossalmente, proprio questa decisione lo ha reso un po’ gemello del partner M5S, ora accusato dai suoi esponenti di fare qualunque scelta lo mantenga al governo!

Il Pd assomiglia più a un insieme di piccoli e agguerriti potentati locali o territoriali dominati da micro-protagonisti in perenne conflitto fra di loro che a un partito davvero capace di fare proposte utili per i territori. Questo fenomeno è favorito dalla crescita esponenziale del potere dei governatori. Veri arbitri della politica regionale, spesso in conflitto con il loro stesso partito. “Impresentabili” a parte, numerosi i casi di trasfomismo premiati con candidature. Lotte intestine furibonde. Esponenti di partito che hanno appoggiato gli avversari ! Nel Mezzogiorno, del resto, il pd è rappresentato da due figure non più solo emergenti , ma ora addirittura dominanti.  De Luca  ed Emiliano, esponenti di un populismo impropriamente definito “di sinistra” e grandi cacciatori di voti, non appaiono tuttavia portatori di alcun serio disegno di sviluppo del Mezzogiorno! Questo costituisce un grave handicap per il pd meridionale, in un tempo in cui dovrà esserci una risposta poltiica alla questione della autonomia regionale rafforzata, per la quale i potenti governatori del Nord (compreso l’emergente pd Bonaccini) faranno la voce grossa!

Ora il Pd dice di volersi risvegliare. Chiede  la revisione dei decreti-sicurezza e altre cose. Assicura che saranno introdotti correttivi ai gravi e numerosi inconvenienti della (sola) riduzione dei parlamentari al di fuori di ogni  riforma complessiva. E preme perciò per una nuova legge elettorale. Essa però, essendo di natura ordinaria, potrà essere stracciata da qualunque futura maggioranza!  Tuttavia, la legislatura sarà dominata dalla necessità di approntare piani credibili e finanziabili dall’Ue per il Recovery fund. E probabilmente segnata dalle convulsioni interne del M5S. In un quadro di questo genere,  sarà possibile affrontare davvero anche la questione delle province e dei territori la cui rappresentanza in Parlamento sarà in futuro ridotta al lumicino da collegi elettorali troppo vasti? Tutto fa pensare di no. E di questo, oltre al M5S, anche e soprattutto il Pd – che ha tradito il suo passato – porterà la responsabilità di fronte al Paese !

di Erio Matteo