Un flusso paranoico di flash e figure fantasmatiche che popolano una serie di interni, in un viaggio tra dimensione onirica e realistica. Sono le Panic rooms dell’artista irpino Gianluca Capozzi, – la mostra è a cura di Adriana Rispoli, art director Ernesto Esposito – inaugurate ieri al Museo Irpino, nate nei mesi difficili della pandemia dalla reclusione del lockdown, trasformatasi talvolta in una vera forma di claustrofobia.

Ci troviamo di fronte a degli stati di allucinazione, nelle stanze le figure perdono i loro contorni o volteggiano come se non ci fosse gravità, diventando quasi fantasmatiche, sorta di ombre indecifrabili, lasciando spazio a colori, forme, segni ed elementi decorativi. E’ così che l’interno perde la sua dimensione borghese, diventano spazio tutt’altro che rassicurante e insieme via di fuga dalle costrizioni del quotidiano.

La scenografia, ci ricorda la curatrice Adriana Rispoli, diventa strumento per raccontare l’indicibile e insieme l’invisibile. “Proprio in questa serialità – spiega Rispoli – troviamo la chiave di lettura: la necessità di una fuga fisica o psicologica, sia essa scaturita nei drammatici mesi del lockdown, che hanno visto l’esponenziale aumento di violenza domestica, o dalle prigionie mentali e sociali dovute all’ipocrisia di contesti borghesi  in cui lo scintillio di un arredamento a la page  tenta di coprire le frustrazioni più intime  ed inconfessabili”
E’ Capozzi a spiegare come “Nei mesi difficili della pandemia ho immaginato uno studio sugli stati di coscienza ampliati, è come se la percezione si dilatasse in questi spazi, andando al di là della visione logico-razionale, quello che vuole essere un richiamo alle culture magiche del Sud America in cui la realtà può essere compresa solo attraverso facoltà come l’intuizione. In queste stanze si perdono i confini tra astrazione e figurazione, ci troviamo di fronte a visioni che diventano una risposta possibile all’angoscia del tempo in cui viviamo. Ad impreziore la mostra due video che ci ricordano come tutte le creature del mondo siamo interconnesse tra loro, a ribadire il potere della natura “.
La mostra potrà  essere visitata fino al 25 marzo: dal martedì al sabato 9:00-13:00 (ultimo ingresso ore 12.30) 16:00-19:00 (ultimo ingresso ore 18.30)
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