Corriere dell'Irpinia

Le priorità del dossier famiglia

 

La presentazione del Manifesto per la Famiglia, da parte del Forum delle Associazioni Familiari della Campania, avvenuta nel Circolo della Stampa di Avellino lo scorso 24 maggio, avendo come diretti interlocutori i candidati a sindaco nei 7 comuni della diocesi di Avellino ove si svolgeranno le prossime elezioni amministrative, ha suscitato notevole interesse per le proposte emerse. In particolare l’articolato e puntuale dibattito ha evidenziato il "Dossier Trentino" su dieci anni di buone prassi nelle politiche familiari realizzate nella provincia autonoma. Il dato significativo che emerge dalla presentazione del "Dossier politiche familiari 2016" viene considerato dal Forum nazionale delle Associazioni familiari un modello vincente che può essere riproposto a livello nazionale se da parte del Governo verrà concretamente inserito nell’agenda politica la priorità di una politica organica per la famiglia. Non si tratta di proporre l’ulteriore confusione con le "politiche sociali" o con le "politiche assistenziali", ma di delineare con chiarezza una "politica per le famiglie". Alcuni dati illustrati dal dossier sono emblematici: quello trentino è un territorio ideale per le famiglie, il 43,5 per cento delle stesse si dice molto soddisfatto delle proprie relazioni familiari a fronte di una media italiana del 33,8 per cento. Dieci punti in più non sono poca cosa se si considera che nella crisi attuale quando si considerano alcune tendenze positive si ricorre a cifre decimali. I bambini da 0 a 2 anni hanno usufruito di servizi di qualità per il 22,9 per cento a fronte della media nazionale del 13 per cento. Nel volontariato sono impegnate il 21,4 per cento delle persone oltre i 14 anni (in Italia il 13 per cento). I nati in Trentino, per ogni mille abitanti, è il livello più alto in tutta Italia. Il numero medio dei figli per donna nella regione è 1,54, a fronte dell’uno virgola 2 nazionale; la crescita naturale in Trentino, ogni mille abitanti è +0,7 a fronte del dato negativo nazionale. Perché questo quadro positivo? Certamente non perché il Trentino abbia il privilegio di uno statuto autonomo, ma perché non esiste l’evasione fiscale e i costi per le politche familiari sono risorse recuperate da altre voci, considerate secondarie rispetto al primato della famiglia, vero soggetto sociale di una comunità attiva e responsabile, educato al rispetto delle persone e dell’ambiente. Basti pensare alle "Baby little-home", alle casette under 3 sui percorsi alpini: in Trentino ce ne sono 14, lungo i magnifici percorsi alpini. Sono gradevoli casette di legno dove mamme e papà possono sostare per il tempo necessario per preparare la pappa o allattare o cambiare il bebé. Agli operatori pubblici e privati professionalmente viene rilasciato il "marchio famiglia" dalla Provincia autonoma per promuovere i dovuti riconoscimenti nell’azione di sostegno della famiglia, considerata come primaria risorsa sociale e non come problematico costo da sostenere. Il territorio è stato diviso in 15 zone costituenti i «distretti famiglia» per evidenziare la presenza di un territorio amico della famiglia, accogliente ed attrattivo, capace concretamente di offrire servizi, promozioni opportune coerenti con le aspettative delle famiglie. In sostanza, mentre nelle altre regioni italiane è stato condotto uno sforzo notevole per il riconoscimento, pur lodevole, di alcune produzioni a denominazione di origine controllata, nel Trentino è stata promossa e realizzata una certificazione territoriale familiare per il sostegno e lo sviluppo integrale della famiglia. Più esattamente nel Trentino è autenticamente vissuto e coltivato il senso della "comunità" come realtà primaria da tutelare, da rinnovare e da sostenere come bene comune primario, a partire dalla famiglia. Bene comune primario sostenuto, altresì, da un pacchetto di agevolazioni tariffarie e fiscali che vanno da sostanziali contributi alle famiglie numerose, ai prestiti d’onore, agli assegni di mantenimento a favore dei minori, agli assegni di studio per chi decide di mandare i propri figli alle scuole paritarie. È un dato culturale, quello dei trentini, che si traduce in progetti, frutto di politiche competenti e responsabili: i reggitori della cosa pubblica italiana ne prendano esempio!
edito dal Quotidiano del Sud

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