Corriere dell'Irpinia

L’emergenza abitativa in Irpinia: “Una piaga sulla quale non si riflette”

AVELLINO. «L’emergenza abitativa, incrementata in maniera abnorme negli
ultimi 10 anni a causa delle speculazioni immobiliari, è una piaga per
l’intera provincia». Così il segretario generale della Cgil di
Avellino, intervenendo oggi al congresso provinciale del Sunia, che ha
confermato come segretario provinciale Fiorentino Lieto.

«La necessità di un welfare abitativo – sostiene Fiordellisi – è
anche nelle corde della Costituzione italiana: tra i valori non scritti,
parlando di benessere delle persone e delle famiglie, l’abitazione è
da paragonarsi alla tutela-diritto alla scuola, alla salute, al lavoro.
Attualmente in Italia ci sono circa 2 milioni 100mila famiglie in stato
di bisogno abitativo di cui 700mila in emergenza abitativa, l’esplosione
della morosità involontaria, incolpevole, è centuplicata in questi
anni per la crisi economica e per la perdita del lavoro».

«La Cgil irpina è convinta della necessità di reinvestire nel welfare
abitativo, anche con una legislazione che rimetta in circolo le
abitazioni necessarie considerando che nel nostro Paese ci sono più di
31milioni di appartamenti e che la media familiare è di 3-4 unità.
Ciò significa che c’è un surplus di offerta che non si incrocia con
l’esigenza basica di 2 milioni 100mila famiglie».

«In questo senso, si deve intervenire con l’applicazione dell’articolo
42 della Costituzione.  In città, ma anche in provincia, si deve
implementare il Piics, così come la rigenerazione dei prefabbricati
pesanti post-sisma – una vergogna decennale – dove oltre alle
infiltrazioni di acqua troviamo ancora la presenza di amianto nelle
coperture e spesso servizi inesistenti».

«La politica – conclude il segretario della Camera del lavoro – non
può solo declinare i problemi, li deve affrontare. E certamente il
decreto Minniti-Orlando, ora legge 48 del 2017, e il successivo decreto
Salvini sugli sgomberi degli indigenti non sono la risposta che la Cgil
reclama da tempo. Anzi, sono aggravanti per il dramma abitativo».

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