Il libro di Angelo Bilotti, Il Rompi Palle Professionista, è stato presentato ieri, venerdì 27 settembre presso il Mondadori Bookstore di Avellino, con la moderazione di Fiore Carullo, riscuotendo interesse per la sua vivacità e acuta riflessione. Sin dal titolo, il libro colpisce per l’audacia dell’autore nel celebrare una figura inusuale, l’RPP (Rompi Palle Professionista), un eroe anti-convenzionale, la cui unica missione è quella di cogliere quei dettagli apparentemente insignificanti, che spesso sfuggono alla frenesia del mondo contemporaneo. La figura dell’RPP si distingue non solo come ironica parodia dell’eroe tradizionale, ma anche come rappresentazione di chi osa andare controcorrente, per far emergere l’essenza nascosta del reale.
La trama, che si sviluppa attraverso luoghi e personaggi emblematici, mescola abilmente satira sociale e riflessione esistenziale, portando il lettore da Soroca, capitale dei Rom, ad Ariano Irpino, passando per Siena, descritta dall’autore come “l’ascella del mondo.” Queste descrizioni, volutamente provocatorie, rivelano una profonda critica all’inevitabile banalizzazione, cui è spesso soggetta la nostra percezione della realtà quotidiana.
Bilotti, con lo spirito di chi ha osservato attentamente le minuzie della vita, è riuscito a trovare poesia e bellezza persino in contesti apparentemente insignificanti o marginali. Il personaggio dell’RPP si presenta così come una figura cruciale in un mondo che, parafrasando Walter Benjamin, rischia di perdere la capacità di stupirsi di fronte all’inatteso, trascinato dalla ripetitività dell’esperienza quotidiana (L’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica, 1936).
Interessante è anche il contrasto tra luoghi fisici e spazi morali, che Bilotti ha costruito attraverso le sue storie. Siena, ad esempio, che funziona da metafora per le “infiammazioni dell’inquinamento urbano e morale”, diventa uno specchio delle contraddizioni di un’umanità divisa tra progresso e decadenza, tra urbanizzazione e perdita del senso profondo del vivere. Lungo il percorso, l’RPP confronta con figure come la “professoressa Guerriera” e l’emigrante keniota Abdul, personaggi, che incarnano la complessità delle dinamiche umane e sociali, che si sviluppano nell’ombra delle nostre interazioni quotidiane.
Lo stile narrativo di Bilotti è volutamente frammentato e multiforme, un chiaro omaggio alla tradizione postmoderna, giocando con i confini tra ironia e significato. La lettura è pervasa da un umorismo sottile e allo stesso tempo riflessivo, che ricorda la capacità di autori, come Italo Calvino di combinare il surreale con il filosofico. Come ha scritto Calvino: “Leggerezza per me si associa con la precisione e la determinazione, non con la vaghezza e l’abbandono al caso” (Lezioni americane, 1988) e Bilotti segue questa scia, attraverso una narrazione apparentemente leggera, ma capace di portare il lettore a riflettere su questioni profonde.
Il Rompi Palle Professionista è un’opera che, attraverso l’umorismo e una prospettiva inusuale, tratteggia un quadro critico della realtà contemporanea, invitando il lettore a riscoprire la bellezza dei dettagli e a riconsiderare il valore della “rottura” nel senso più nobile del termine. Bilotti ci esorta a guardare il mondo con occhi nuovi, a cogliere l’invisibile e a celebrare la figura dell’RPP come simbolo di una resistenza ironica e tenace all’indifferenza.
Rosa Bianco