L’Europa e un futuro sostenibile

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Spesso, anche dalle riflessioni pubblicate sul nostro quotidiano, ho auspicato la necessaria osmosi culturale, sociale e politica, tra le diverse fasce generazionali per ricostruire il connettivo valoriale delle nostre piccole comunità.

La questione climatica ed i contributi di mobilitazione pacifica registrati – in proporzioni forse mai raggiunte – nei diversi paesi del pianeta, costituiscono un terreno comune di incontro e di proposta che ha visto persone di ogni età, fianco a fianco, condurre uno sforzo comune.

Gli scienziati che studiano il problema, gli insegnanti ed i genitori dei giovani protagonisti mobilitati, rispettivamente negli ambiti di propria competenza, si sono trovati d’accordo nel diffondere stili di vita più sostenibili. Si tratta, a fronte di un’analisi meno epidermica, di significativi percorsi di pedagogia sociale, diversi da quelli a cui il pensiero occidentale ci aveva abituato, cioè di un “copione” inedito, sufficientemente credibile che fa sintesi di una nuova speranza per salvare il nostro pianeta dalla catastrofe ambientale. Più in particolare si percepisce un completo sforzo di riannodamento delle relazioni fondamentali tra le generazioni che prefigura una sintesi feconda tra la creatività e la sensibilità dei giovani ed il prezioso patrimonio esperienziale degli adulti.

Mentre rileviamo questa positività globale di approccio alla questione climatica, dobbiamo considerare le risultanze della COP 25 sul clima a Madrid con la partecipazione di 196 Paesi per fermare il riscaldamento globale. Sul tavolo dei lavori della conferenza il rapporto dell’Organizzazione Meteorologica Internazionale conferma la catastrofe “imminente”. La temperatura globale e la concentrazione di anidride carbonica hanno raggiunto un nuovo record negli ultimi cinque anni: nella sola Groenlandia si sono liquefatti 179 miliardi di tonnellate di ghiaccio. Si tratta dell’ultima chiamata degli scienziati per un mondo che, se non si interviene, morirà.

Il Segretario Generale dell’ONU, Antonio Guterrez, è stato chiarissimo: “abbiamo gli strumenti, la scienza, le risorse. Manca la volontà politica”, in tal senso non è stata casuale l’assenza dei grandi produttori di CO2: Cina, Russia, USA ed India. Senza l’impegno di questi grandi mostri globali tutti gli sforzi saranno vani. È sperabile, come ha auspicato Nancy Pelosi, che guida la delegazione USA, che le prossime elezioni presidenziali americane faranno chiarezza, con il declino di Trump. Questi apocalittici scenari globali, paurosi per la loro consistenza scientifica, fanno riemergere un grande bisogno di speranza, sostenuto dal clima natalizio che ci condurrà al prossimo Natale, affinchè la follia cosmica dei detentori del potere politico ed economico, non arrivi all’autodistruzione totale.

Greta Thunberg, appena sbarcata a Lisbona per partecipare alla COP 25 di Madrid è stata chiarissima: “non siamo noi gli esperti, quello che chiediamo alle persone di potere è di ascoltare la scienza, far fronte alla crisi climatica ed agire”. A fronte di questi rischi, da tempo paventati e documentati, le questioni dello sviluppo, dell’occupazione e dei diritti pur sacrosanti delle persone, si rivelano davvero secondarie. Se non prevarrà il senso della corresponsabilità della comunità internazionale assisteremo alla resa globale più scellerata ed insensata: insensata perché le soluzioni per arginare e ridurre il rischio cosmico della crisi climatica sono state trovate ed indicate con insistenza dalla comunità scientifica internazionale: gli attuali stupidi potenti della terra assumano la consapevolezza che non c’è più tempo e cambiare si deve di fronte all’ultima chiamata.

Le conclusioni della COP 25 assegnano all’Europa, a fronte delle già evidenziate ostilità di Washington, Cina ed India, il ruolo di principale baluardo della speranza di un futuro planetario più sostenibile. “Saremo i campioni della transizione verde” ha affermato alla COP 25 di Madrid il nuovo Presidente del Consiglio Europeo, il belga Charles Michel.

Questa prospettiva costituisce il migliore ed imprescindibile augurio per il nuovo anno 2020, per tutta l’umanità.

di Gerardo Salvatore