Corriere dell'Irpinia

L’impegno politico dei cattolici nella società di oggi

Di Gerardo Salvatore

Nella mia riflessione di qualche settimana fa sulla dibattuta questione “I cattolici, il sociale, la politica e il consenso” ripresi il pensiero di Giuseppe De Rita, riportato nell’intervista di Angelo Picariello riportato su Avenire. Nella stessa intervista, sui leader che vanno per la maggiore, De Rita afferma che” chi si dimostra in grado di intercettare il consenso merita sempre rispetto e considerazione in democrazia”. Frattanto la tematica di rifermento, sempre piu’ oggetto di osservazione, resta il rapporto fra impegno sociale e impegno politico, piu’ esattamente il controverso transito tra le due sponde. A tal riguardo De Rita ritiene non pensabile che accogliere i migranti o preparare un pasto caldo alle mense dei poveri costituisce la via migliore per raccogliere consenso. Forse qualche minimo risultato positivo è ipotizzabile nelle piccole comunità dove si costruiscono piu’ facilmente buoni rapporti umani tra i bisognosi e i promotori sociali. I fatti dimostrano che per fare politica -in un orizzonte piu’ ampio- bisogna sapersi inserire nel dualismo del dibattito, nel mercato sdrucciolevole delle opinioni. Il consiglio che De Rita offre, oggi, ai cattolici che vogliono cimentarsi nel nobile agone politico è quello di saper attendere, pero’ lavorando con passione e impegno, per far maturare i tempi e i percorsi del consenso, e di agire non da soli, ma con tutti i compagni di cordata con i quali si sono consolidati buoni rapporti e forti legami di amicizia e di condivisione delle ragioni per le quali si sta insieme e si combatte per conseguire risultati comuni. E’ necessario, quindi, un generoso e paziente lavoro di gruppo, senza illudersi di ottenere subito i risultati sperati. La tendenza dei vari Conte, Moratti e Calenda a presentarsi da un giorno all’altro sulla scena politica non è accettabile. L’esperienza storica e politica della Democrazia Cristiana ci insegna che essa non nacque improvvisamente con il voto del 18 giugno 1948. Perchè Adriano Ossicini, già nel giugno 1943, incontro’ Giuseppe Spataro per dirgli di prepararsi per creare un partito e lo invito’ a parlare con Alcide De Gasperi. Una attenta lettura di tali avvenimenti, oggi, ci convince che i tempi concreti ed attuativi di un grande progetto politico, sono maturati dopo. Il successo della DC fu importante e significativo perché ci fu una squadra capace e paziente che percorse un itinerario di grande spessore, culturale e politico, nell’alveo fecondo del Codice di Camaldoli.

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