Lingue classiche, fondamentali per riscoprire la dimensione umana

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Lo studio del latino e del greco resta di fondamentale importanza per non distogliere mai l’occhio dalla dimensione umana della persona. Il segreto resta tutto in quell” “Homo sum: humani nihil a me alienum puto” celeberrimo verso di Terenzio che si e’ caricato nel tempo dei più vari significati, riuscendo a passare con naturalezza dal mondo pagano a quello cristiano. I Latini hanno saputo difendere la loro lingua, impegnandosi ad accogliere la cultura dei Greci fondatori di tante colonie, riuscendo a tradurre senza tradire tanti termini greci come il polutropos del Laerziade che diventa versutus fino ad arrivare a quella versatilità dei giorni nostri, che ci aiuta a resistere nel disorientamento dei giorni nostri. Ai Latini non manco’ la coscienza di una patrii sermonis egestas ma seppero superarla, andando oltre le translitterazioni. Che dire poi del tempo che si misura con Seneca che lo considerò come patrimonio da preservare e non dissipare ma anche con Ovidio così attento a calendarizzare e ricordare con i Fasti il susseguirsi di riti e stagioni. Il latino e’stato a lungo via di accesso imprescindibile al sapere e da Quintiliano maestro per eccellenza sono derivate quelle 5 doti di inventio, dispositivo, elocutio, memoria ed actio, così utili per esporre contenuti che non solo documentino ma rendano vivi, empaticamente trasmessi, tutti i contenuti. Come ricorda lo storico Waquet il latino ha esercitato l’ impero di un segno perche’ ha costituito una morale, una religione, un sistema sociale, una regola di vita. I Latini ebbero chiara l’ idea di regolamenti che esistessero nel tempo ed s’era questo motivo che sin dalle Leggi delle XII tavole ricorsero all’ imperativo futuro per indicare la necessita’ di dover rispettare le norme nel lungo periodo. Seppero poi riempire il loro vocabolario di elementi quotidiani, motivo per cui il rivale abitava sulla sponda opposta ed il gregge era misura della loro ricchezza.
L’etimologia ci aiuterà poi sempre a difendere la bellezza del latino perché sta lì a ricordarci che la “scuola” e’ un ” ludus”, un gioco di cui non stancarci mai anche perché per conoscere il domani si guardavano attentamente quei sidera, quelle stelle di cui abbiamo tanto bisogno per costruire anche oggi nuovi orizzonti di senso.
Pellegrino Caruso