Corriere dell'Irpinia

Il sindaco Ciampi intervistato dal Direttore Gianni Festa: O il cambiamento o si vota

Ma è vero che i Cinquestelle sono arroganti? E poi: come si governa senza maggioranza? E ancora: da chi prende ordini? E viaggiando dentro questi trentacinque giorni da sindaco con Vincenzo Ciampi si scoprono vizi e virtù di un uomo diventato personaggio, forse suo malgrado. Il colloquio è franco. Senza veli. Provocatorio quanto basta. Alla fine viene fuori un’intervista – confessione che per i tempi e i modi finisce per diventare una specie di diario intimo del primo cittadino. Lui comincia dalle cose semplici per arrivare alla complessità. E racconta del primo giorno che è entrato in Comune.

“Decisi – dice Ciampi – di andare in Comune passando per l’ufficio anagrafe. Mi vedo di fronte ad un cartello con su scritto; per motivi tecnici non si possono rilasciare più di dieci carte d’identità elettroniche al giorno. Resto basito”.

Già, signor sindaco non è stato un buon battesimo con la burocrazia. Veda, le norme sono rigide e limitano la governabilità. Posso, però, fare qualche cambiamento per migliorare la macchina burocratica. Ad esempio? Il solo tecnico che aveva il Comune, parlo dell’ing. Cicalese, non si interessava né di urbanistica, né di lavori pubblici. Penso di averlo messo al posto giusto. A suo favore c’è la scelta in autonomia: l’ha praticata sino ad ora?

Per quanto riguarda la parte strettamente di governo, assolutamente sì.

Ha avuto pressioni nel formare la giunta?

Assolutamente no. Sono tutte persone che ho voluto io e ad un mese di distanza posso dire di aver scelto bene.

Come ha scelto?

Guardando alle motivazioni e alle competenze, creando un equilibrio tra parte tecnica e politica.

Faccia un esempio

Il tecnico De Angelis per fondi europei e Area vasta. Mingarelli e Sarno, invece, sono state scelte più politiche, per dare peso alla rappresentanza.

L’opposizione dice di voler collaborare e che lei, invece, chiede tutto per il M5s?

E’ assolutamente falso. Collaboriamo sulle proposte. Non ho una maggioranza in Consiglio, se non l’avessi nemmeno in giunta…

Come sono i rapporti con l’ex santa alleanza?

Abbiamo accettato un contributo di idee inserite tra le prime dieci priorità della città. Purtroppo il “fronte del cambiamento” non è diventato maggioranza.

Ma per l’elezione del presidente del Consiglio comunale si è accordato con Festa? O no?

L’elezione di Maggio è stata condivisa dal Consiglio comunale. Dal giorno della mia elezione ho detto alla maggioranza di scegliere un candidato e noi lo avremmo votato.

E invece? Il centrosinistra in un mese non è stato in grado di individuare una figura unitaria. Gli avellinesi lamentano che il ferragosto non si è fatto.

Dopo il primo Consiglio comunale ero molto arrabbiato. Non c’è stato dibattito sul Ferragosto, ma si sono trincerati dietro una pregiudiziale…

E il Pd? C’è chi dice che Petitto le stia strizzando l’occhio.

Assolutamente falso. Ho parlato di persona con Petitto in Consiglio comunale, quando fu eletto Maggio.

Accordi con il Pd?

Non faremo accordi con nessuna forza politica. La maggioranza potrà esserci sui singoli provvedimenti.

Ma se non avete una maggioranza…

Sono estremamente tranquillo. Chi si professa opposizione deve avere coraggio. Loro sono 27 e noi 5. Una mozione di sfiducia la possono presentare e votare subito. Si assumano la responsabilità di mandare a casa un sindaco votato dagli elettori, hanno la forza per farlo.

Si sente ricattato?

Penso sia un errore credere di tenermi ostaggio o comunque non lasciarmi governare.

Ora in Consiglio comunale arriveranno gli indirizzi programmatici che accadrà?.

Ho detto e ribadisco che desidero collaborare con tutti nell’ottica di un governo di salute pubblica.

Ma non mi pare che… Quali sono le priorità per Avellino?.

Democrazia diretta, introducendo degli istituti che danno più potere al popolo anche attraverso referendum.

I grillini sono arroganti?

Per il 99 % siamo persone che non vivono di politica, siamo cittadini che gratuitamente si sono messi a disposizione della città. Fino ad oggi siamo stati destinatari di un atteggiamento di diffidenza ma sono convinto che sia necessario avere rispetto del risultato elettorale.

Invece?

Sia chiaro, sono il sindaco di tutti anche di chi non mi ha votato. Ritengo di non potere essere accusato di aver fatto fino ad oggi provvedimenti di parte.

La Bonatti è merito della amministrazione precedente…

Quella della Bonatti è stata un’apertura senza inaugurazione, voleva essere il riconoscimento del lavoro precedente.

Parliamo della situazione della opere pubbliche…

Abbiamo cominciato un lavoro meticoloso aprendo i fascicoli che dormivano sulle scrivanie. Così si spiega perché la Bonatti, che era chiusa da sette anni, sia stata aperta in dieci giorni.

E? colpa di chi l’ha preceduta?

Non dico questo. Noi abbiamo impresso un’accelerazione alle pratiche.

Quali sono le vostre idee per la Dogana?

Fino ad oggi non ci siamo ancora attivati concretamente, ma non ho dubbi che la Dogana sia fondamentale per il rilancio della città e del centro storico.

Che c’è da fare ancora?

Affrontare una vertenza con la Procura e incontreremo sicuramente difficoltà ma siamo pronti ad avviare un dialogo. I prossimi obiettivi Tre gli obiettivi che ci siamo prefissi: Centro per l’autismo, Piazza Castello e Dogana. Sono le battaglie della città. Centro per l’autismo C’ è una delibera comunale bloccata, se non la si notifica alla controparte – e fino ad oggi non è stata ancora notificata – la questione non si può sbloccare.

E il tunnel?

Entro dicembre il 99% dei lavori saranno terminati, siamo in dirittura d’arrivo per quel che riguarda il cantiere. L’ho già detto più volte, per me il tunnel di 730 metri è inutile, è una delle vergogne della città ma oggi ragiono da sindaco.

Come per la metro?

25 milioni per la metro leggera, se potessi scegliere abbatterei i pali, ma dobbiamo trovare una soluzione. Il nostro slogan in campagna elettorale è stato quello di una rivoluzione della normalità.

Quale è la vostra idea sul Mercatone?

C’è un project financing avviato che è difficile sbloccare. Se vedo le carte e prendo coscienza dell’utilità per la città sono pronto anche a cambiare idea.

Bilancio consuntivo, c’è il commissario. Soddisfatto?

Oggi il sindaco Ciampi rappresenta la città. Il commissario è stato nominato su un esercizio contabile dell’ex sindaco Foti. Io sono stato chiamato a operare su una gestione contabile non mia”.

Si profilava il rischio di non avere i numeri per votarlo?

Se avessimo voluto fare politica sul bilancio, sfruttando il parere negativo del revisore dei conti, avrei portato il bilancio in Consiglio e nel momento in cui non era votato sarebbe stata sciolta l’assemblea. Oggi saluto la nomina del commissario con soddisfazione, non mi dispiace perché in questo modo mi sento ulteriormente garantito.

Spesso circola la voce di un possibile dissesto del Comune di Avellino. Che ne pensa?

Non è una scelta, la norma prevede il rispetto di almeno due requisiti: non essere in grado di garantire il pagamento degli stipendi ai dipendenti e non garantire i servizi pubblici essenziali. Ci sono otto milioni nelle casse comunali, non si può dichiarare il dissesto.

Certo che con il dissesto sarebbe ripartito da zero. O no?

Per me, lo dico con franchezza, sarebbe stata una salvezza. Essere controllato dalla Corte dei Conti mi avrebbe fatto dormire sogni tranquilli.

E la sfida dei Fondi Europei?

Da parte della nostra giunta c’è la massima attenzione, abbiamo creato un assessorato ad hoc, chiamato ad andare a spulciare nei bandi europei. Mi dicono che De Angelis è un politico, ma a me interessava la sua competenza sul piano amministrativo. Proprio questa mattina (ieri per chi legge ndr) è stata firmata una delibera per una manifestazione di interesse con scadenza del 30 settembre per l’accesso a un bando relativo a un gemellaggio con città italiane e straniere sul fronte delle nuove tecnologie. Finisce qui con il criterio che esige la brevità di un colloquio che si è protratto per circa due ore. Le cose essenziali sono qui. Il concetto di sintesi lo riassumiamo così: non sarò ostaggio, lasciatemi governare. Sfidiamoci sulle cose da fare, costruiamo il consenso sui grandi temi. Se tutto questo non dovesse essere possibile non ho alcuna intenzione di tradire la città con compromessi al ribasso. Tutto qui e non è poco.

In bocca al lupo signor sindaco.

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