L’intesa Irpinia-Sannio potrà salvare il polo logistico?

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Di Giancarlo Vitale

La vertenza “Irpinia”, ora, è quella della piattaforma logistica. Almeno questa è la questione più discussa. Dopo la manifestazione del I°maggio scorso, con la marcia pacifica fino al palazzetto dello sport di Cardito, non si fermano le iniziative e gli incontri che servono ad aggiungere un tassello importante per la risoluzione del problema. Mentre la Valle Ufita, da qualche tempo, sembra divenuta la parte più centrale attraverso cui passerà il futuro delle nostre comunità, proprio a metà settimana scorsa, si è incominciata a intravedere qualche spiraglio di luce. E di speranza. Presso la Regione Campania, infatti, è stato organizzato un tavolo istituzionale in cui si è delineata la possibilità di cominciare un iter per il progetto tecnico e finanziario adatto alla realizzazione dell’opera. L’incontro è stato voluto dal consigliere regionale dem Maurizio Petracca. La progettazione sarà curata da Italfer, società di Rfi, incaricata della progettazione, e che durerà sei mesi, per passare poi all’iter autorizzativo. “Risultato ragguardevole e di grande rilievo – fa sapere Petracca- che mette una buona ipoteca sulla realizzazione dell’opera”. Lunedì prossimo, 15 maggio, si riunisce il consiglio provinciale di Avellino con un unico argomento. Nei giorni scorsi è nata Plus, un accordo tra le province di Avellino e Benevento. Nel Sannio c’è un pezzo di collegamento dell’Alta Capacità, a ponte San Valentino. Un’intesa che, per l’ Irpinia, ha visto seduti a palazzo Mosti, sede del Comune di Benevento, Luigi Famiglietti e il presidente della Provincia Rizieri Buonopane. Oltre ai sindaci non c’era Pasquale Pisano, presidente del Consorzio ASI della provincia di Avellino. Cosa che, soprattutto, tra i sindaci del comprensorio ufitano, ha destato qualche perplessità. “A nome di chi hanno firmato il protocollo?”, è la domanda. La realizzazione del polo logistico nella zona Zes di Valle Ufita è già finanziata con 26 milioni di euro con decreto n.492 del 3/12/2021 del Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibile di concerto con il Ministro per il sud e la coesione territoriale. Gli interventi sono previsti in attuazione del PNRR, misura M5C3-11- investimento 4 “Interventi infrastrutturali per le zone economiche speciali (Zes)”, che ripartiva la somma di 630 milioni di euro tra le zone economiche speciali per la realizzazione di interventi tra loro coerenti e interconnessi che mirano nel loro insieme a favorire la competitività e lo sviluppo economico nelle aree Zes. E rientrano nei seguenti ambiti: A. collegamento di “ultimo miglio”, volto a realizzare efficaci collegamenti tra le aree portuali ed industriali e la rete infrastrutturale ferroviaria e stradale facente parte delle reti di trasporto principali. B. digitalizzazione e potenziamento della logistica, urbanizzazioni green e lavori di efficientamento energetico ed ambientale nelle aree retroportuali e nelle aree industriali appartenenti alle Zes. A questo punto è lecito chiedersi, quindi, come si mischiano Ponte S. Valentino con le zone Zes della valle dell’Ufita? Senza, ovviamente, creare inutili allarmismi e polemiche ed innescare la solita guerra tra poveri. Siamo sicuri, poi, che la riunione di palazzo Santa Lucia, a Napoli, contribuirà finalmente a rendere più chiara la vicenda? Per completare questa infrastruttura ci vorranno almeno, ancora, altri 65 milioni di euro. E si spera, intanto, che quelli già finanziati, e disponibili, cioè i 26 milioni, possano essere il punto di partenza per il primo lotto. Quello tra i territori dell’Ufita e del Sannio non dovrà, infine, creare un dualismo che non esiste, voluto evidentemente da altri. L’area del beneventano non è zona Zes e non rientra tra i finanziamenti del Pnrr. Quindi hanno bisogno, entrambe, di una fase di sviluppo diversa. Impossibilitate, per questi motivi, a camminare di pari passo, in quanto due realtà strutturalmente diverse di cui Valle Ufita con zona Zes, attigua alla Stazione Hirpinia, già finanziata, e Ponte S. Valentino che a tutt’oggi ha avuto una promessa di finanziamento.