L’Irpinia e il Recovery: una proposta

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Ma l’Irpinia ha una sua proposta per ottenere un segmento dei fondi del Recovery fund? E la Regione Campania ha interpellato i rappresentanti delle forze politiche e sociali locali per fare un punto sui bisogni della provincia? E i parlamentari del territorio quale ruolo stanno svolgendo con riferimento ai progetti utili per l’Irpinia? Dopo un rapido sondaggio è emerso che alle domande formulate risponde solo un buio fitto. Eppure la svolta europea con i suoi 209 miliardi è una straordinaria occasione per creare sviluppo e occupazione. Ma è anche un modo per valutare l’impegno della classe dirigente. Sino ad ora l’intero Mezzogiorno risulta penalizzato. E con esso l’Irpinia. Si è in forte ritardo e i rischi che si corrono non sono pochi. Si ragiona sulle opere da finanziare i cui cantieri sono fermi da anni (Lioni- Grottaminarda) o su infrastrutture già progettate come la ferrovia Napoli- Bari che rientra in un disegno datato e che probabilmente sarà realizzato almeno, se tutto va bene, tra tre anni. E tutto il resto? L’attivazione di nuovi centri di ricerca, un progetto per i giovani per fronteggiare l’emigrazione creando posti di lavoro, il sostegno alle piccole e medie imprese nate nel rispetto della vocazione territoriale, l’innovazione tecnologica, chi ne parla? E in quale luogo? E’ venuto il momento di interrogarsi sulla necessità di aprire una nuova fase. Di aprirsi ad una conferenza programmatica nella quale calare le proposte per la rinascita dell’Irpinia. Si può fare per superare l’egoismo e l’individualismo che isola e non produce dialogo e confronto. Si dovrebbe fare chiamando a raccolta, senza colori e senza pregiudizi, i parlamentari, i consiglieri regionali, le amministrazioni locali, le associazioni del territorio, i sindacati, gli imprenditori, gli artigiani, gli agricoltori, gli intellettuali e chiunque è interessato a difendere il nostro territorio. Prima che sia troppo tardi.

di Gianni Festa