L’Irpinia, la Shoah e i crimini nazisti

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All’Emeroteca provinciale le emozioni degli studenti della IIB del Liceo Scientifico Mancini di Avellino

 

Il 27 gennaio 1945 i soldati dell’Armata Rossa, dopo aver abbattuto i cancelli di Auschwitz, scoprirono l’orrore, la tragedia e la cancellazione della dignità umana. E la classe IIB del Liceo Scientifico “P. S. Mancini” di Avellino ha commemorato la “Giornata della Memoria” presso l’Emeroteca provinciale intitolata al giornalista Antonio Di Nunno, già sindaco della città capoluogo, un luogo suggestivo per un confronto e uno scambio di emozioni per riflettere su quel che è stato e che non dovrà più essere. L’iniziativa è stata realizzata dalla professoressa Margherita Faia, docente di Italiano e Latino, nell’ambito del “Laboratorio di riflessioni storico-giornalistiche”, il progetto formativo coordinato dalla stessa docente, con il supporto del dottor Carmine Clericuzio, giornalista e saggista storico, collaboratore delle pagine culturali de “il Quotidiano del Sud”. 
La vergogna delle leggi razziali fasciste, le atrocità della Shoah, il processo di Norimberga e uno sguardo sull’Irpinia dell’epoca: questi gli argomenti trattati nel corso della narrazione storica. Interesse culturale e condivisione emotiva hanno profondamente caratterizzato la presenza e la partecipazione degli stessi studenti della IIB, formata da: Samuele Bianco, Conny Bifulco, Giuseppe Candela, Nives Canonico, Marcello Capobianco, Simone Cernicchiara, Lorenzo Ciampi, Federica De Maio, Claudio De Palma, Edoardo De Vito, Giulia Festa, Manuel Genovese, Guglielmo Guerriero, Ella Rose Lawrence, Sabino Loffredo, Moumen Majeed, Luigi Majello, Maria Rita Papa, Simone Pennacchio, Antonio Pepe, Sara Perfetto, Mariagrazia Petrillo, Sofia Petrulio, Chiara Puzone, Floriana Sarracino, Sabrina Spinelli, Maria Chiara Stanizzi, Guido Verosimile, Mattia Vitale, Martina Vitiello.
I ragazzi hanno visionato documenti, riviste storiche e articoli dell’epoca, gentilmente messi a disposizione dalla dottoressa Anna Festa, responsabile degli archivi dell’Emeroteca. 
Il racconto storico ha trattato anche l’Irpinia, sul cui territorio furono attivati tre campi di concentramento: a Monteforte Irpino, ad Ariano Irpino e a Solofra. Poi è stata proposta all’attenzione degli studenti la figura di Giovanni Preziosi, nato ad Avellino, il più fervido ideologo italiano dell’antisemitismo, fondatore della rivista “La vita italiana”. A questa figura è stata contrapposta quella di Augusto Guerriero “Ricciardetto”, nato anch’egli nel capoluogo, tra i più autorevoli giornalisti italiani del Novecento, firma illustre del settimanale Omnibus, del Corriere della Sera e di altre prestigiose testate, il quale non ebbe timore di scrivere articoli contro il fascismo e il nazismo, e che nella sua casa romana nascose cittadini di origine ebraica salvandoli dalla deportazione. Ripercorse anche le vicende di Camillo Renzi (nato a Mugnano del Cardinale, commissario di polizia ad Aosta, che aiutò i partigiani), e di Giovanni Palatucci (nato a Montella, l’ultimo reggente italiano della questura di Fiume, proclamato “Giusto tra le Nazioni” da Israele per aver salvato la vita a migliaia di ebrei), entrambi morti nel 1945 nel campo di concentramento di Dachau. Emozionante è stato anche il ricordo di Antonio Di Pietro (uno dei più importanti critici letterari del Novecento, nato a Grotollella) e di Francesco Di Nardo (nativo di Mercogliano, che per decenni ha raccontato nelle scuole la sua terribile odissea), entrambi soldati in guerra e reclusi per anni nel campo di prigionia tedesco di Wietzendorf. Altrettanto commovente è stata la rievocazione del martirio di due irpini che si opposero alle barbarie naziste: Gerardo De Angelis (regista e sceneggiatore cinematografico, nato a Taurasi) e Raffaele Aversa (capitano dei Carabinieri, che partecipò all’arresto di Mussolini, originario di Atripalda), trucidati alle Fosse Ardeatine di Roma.
«“Meditate che questo è stato” scrive in modo lapidario Primo Levi nella sua poesia “Se questo è un uomo” – rammenta la professoressa Faia, che ha letto proprio questi versi agli studenti –. Il ricordo è trasmissione di conoscenza, diventa tradizione (dal latino tradere che significa anche trasferire) di un patrimonio morale che appartiene all’umanità tutta. Per questo la scuola non deve mai cessare di contribuire a rinsaldare l’ancoraggio delle coscienze ad un codice di valori giusti, etici e civili, commemorando l’orrore dell’eccidio nazifascista a danno di ebrei, dissidenti politici, minoranze etniche. Attraverso lo studio di quelle tristi vicende lette ed analizzate con l’apporto di riviste e quotidiani editi dal 1938 al 1960, abbiamo ricordato il clima e la radice culturale in cui sorsero i tremendi fatti storici di quegli anni privi di luce, durante i quali il vento di certi orrori soffiò pure sulla terra d’Irpinia».