Corriere dell'Irpinia

Elezioni amministrative, a Parolise e Tufo di scena i “furbetti” del congedo retribuito

Non è una sorpresa, ma ormai una prassi consolidata nei piccoli comuni irpini, dove spuntano, rispetto ai rumors della vigilia, liste nuove e inaspettate. Gli aspiranti alla fascia tricolore e al consiglio comunale dell’ ultimo minuto non sono residenti o di origine dei comuni irpini chiamati al voto. Le liste sono composte di solito, da appartenenti alle forze dell’ordine, che partecipano in maniera meramente formale per ottenere trenta giorni di permesso retribuito. Una procedura, che sia chiaro  è prevista dalla legge  e favorita dall’incastro di un paio di norme.

La prima stabilisce che nei comuni al di sotto dei mille abitanti non sia prevista alcuna raccolta firme da allegare alla presentazione di una lista.La seconda, decisiva, riguarda l’aspettativa in campagna elettorale, disciplinata da una legge che risale all’aprile dell’81. Alla voce norme di comportamento politico è scritto che: «Gli appartenenti alle forze di Polizia candidati alle elezioni politiche o amministrative sono posti in aspettativa speciale, con assegni, dal momento dell’accettazione della candidatura e per tutta la durata della campagna elettorale e possono svolgere attività politica e di propaganda al di fuori dell’ambito dei rispettivi uffici e in abito civile». Una norma praticamente identica è prevista anche per chi lavora nelle forze armate (art.1484 del codice dell’Ordinamento Militare). Insomma, per chi indossa una divisa e si candida ci sono a disposizione 30 giorni di congedo retribuito, esattamente quanto dura una campagna elettorale.Nei centri con una popolazione residente non superiore a mille abitanti, recita la norma, non è prevista la sottoscrizione delle liste, dunque chiunque, anche per un motivo “personalistico”, può candidarsi.

E  nella tornata elettorale delle amministrative del 2023 si registrò  in Irpinia un boom di liste presentate  da appartenenti alle forze dell’ordine.  A Cairano su ben cinque le liste,  tre  erano appartenenti a militari pugliesi e campani. Stessa  situazione anche a Rocca San Felice dove tre  liste risultarono  “fantasma” e  ognuna composta di dieci militari. E nel 2024, in questa nuova tornata elettorale la triste consuetudine dei ” i furbetti “del congedo retribuito”   non accenna a diminuire.  all’atto della presentazione delle liste spuntano liste fantasma  con candidati fuori sede che scompaiono al termine della campagna elettorale. A Parolise comune di  ben 638 abitanti  su ben cinque liste, solo due sono quelle composte  da cittadini  residenti  nel comune irpino:   “La nostra forza” del sindaco uscente Antonio Ferullo  e “Insieme per Parolise la svolta” guidata dal capogruppo di  opposizione Rocco Lerro. Le altre due liste composte da candidati fuori sede e appartenenti alle forze dell’ordine  sono formalmente corrette, nessuna sbavatura burocratica o possibilità di contestazioni.  Inoltre, non essendo contemplato nei comuni con meno di cinquemila abitanti l’obbligo di raccogliere le firme il gioco è stato  ancor più facile nel piccolo comune di Parolise. Caso analogo si registra a Tufo, comunità di 795 anime,  dove su tre schieramenti in corsa per la guida del comune, spunta  anche una lista  di appartenenti alle forze dell’ordine  residenti nelle province di Napoli, Salerno e Caserta.

Nel 2014 l’allora deputato di Sel, Gianni Melilla, depositò una proposta alla Camera proprio per modificare la legge e prevenire abusi, ma rimasta chiusa in un cassetto. Siamo nel 2024 e nulla è cambiato.  Nel 2023 in occasione del voto a Cairano Luigi D’Angelis, primo cittadino scrisse una lettera al ministro competente, il titolare del Viminale Matteo Piantedosi, per denunciare “la grave anomalia di chi, tra le Forze dell’Ordine, partecipa alle amministrative col solo scopo di usufruire dei 30 giorni di aspettativa retribuita”.

 

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