L’Italietta dei sogni infranti

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Comunque andrà a finire questa guerra, stiamo per vivere un passaggio storico della nostra civiltà, si instaurerà un nuovo equilibrio mondiale e altri scenari politici con nuove alleanze e prospettive cambieranno la convivenza e il modo di essere tra la civiltà occidentale democratica e liberale e quella orientale, autoritaria e oligarchica imperniata sulla Cina e sulla Russia. L’Europa si trasformerà ed avrà un ruolo importante di cuscinetto fra i due mondi. L’Italia, per la pochezza culturale dei suoi politici, nani e ballerini, sarà assente dal nuovo contesto ed avrà un ruolo marginale in Europa pur essendo tra i suoi Paesi fondatori.

Quella di oggi non è l’Italia dei grandi obbiettivi, erede dei valori risorgimentali e della resistenza, della ricostruzione e dello sviluppo, della moda, della tecnologia, del made in Italy, dell’inventiva e dell’economia che nel passato l’hanno collocata tra le prime sette potenze mondiali pur essendo povera di materie prime. E’ L’Italietta dei Berlusconi dei suoi infiniti affari privati e delle sua gradassate, dei matrimoni farlocchi e del lettone di Putin. E’ l’Italietta degli Sgarbi, dei maggiordomi di corte, di gran parte di una stampa prezzolata e asservita, l’Italietta dei cafonal di Dagospia, dei ricchi e privilegiati, dei gossip, dei talk show e dei programmi di intrattenimento (panem et circenses!) di cui si nutrono i poveri che insieme ai loro telefonini vivono di effimero, di illusioni e di promesse false. E’ l’Italietta dei troppi onorevoli e senatori approdati in Parlamento, sull’onda di una protesta qualunquista grillina, senz’arte né parte che, cambiano casacca come la cravatta e che, sicuri di non essere rieletti, aspettano la fine della legislatura per godersi il vitalizio.

Come non pensare all’altra Italia, l’Italietta di Giolitti, tanto maltrattata e vilipesa che, con buona pace di Pasolini, segnò il tentativo di un grande statista di traghettarla, malgrado un parlamento riottoso e clientelare, che somiglia a quello di oggi, verso un liberalismo più moderno e democratico? Giolitti fu un gande statista ed un uomo delle Istituzioni, realista e pragmatista e attento riformatore sociale. Fece approvare leggi importanti che aprirono le porte alla modernizzazione del Paese: suffragio universale maschile, statalizzazione delle Ferrovie, creazione dell’INA assicurazioni, diritti ai lavoratori e per il Sud. Tentò la conciliazione tra mondo cattolico e mondo socialista e tentò, senza riuscirvi, di imbrigliare il fascismo al metodo democratico.

L’Italia era un Paese da ricucire, come oggi, Giolitti tentò la traversata con buoni esiti e il suo tempo è ricordato come la Belle époque! Oggi non c’è un Giolitti e Draghi appare impari al compito che gli è stato assegnato anche pe la miopia politica e il nessun senso dello Stato di molti protagonisti politici cialtroni ed arroganti, che cambiano idee come le felpe che indossano e che sanno solo parlare alla pancia di un elettorato deluso e sfiduciato che non crede più alla politica. Quella di oggi è un’Italietta che degrada sempre più verso il basso. E’ l’Italietta dei Berlusconi, che ha solo dimostrato la potenza dei soldi e che ancora fa storia; l’Italietta dei Salvini e dei Meloni, personaggi che nella prima Repubblica avrebbero occupato gli ultimi posti, dei Grillo e del fallimento del suo movimento, dei Renzi che voleva atteggiarsi a salvatore della Patria solo rottamando i suoi avversari, E’ l’Italietta dei tanti sogni infranti e delle tante, troppe illusioni!

La speranza è che la frana si fermi e alle prossime elezioni non trionfi una destra xenofoba, antieuropea, sovranista e fatta di niente! Al peggio, purtroppo, non c’è rimedio!

di Nino Lanzetta