Ma il Sud non è solo Bagnoli

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Per il Mezzogiorno si riparte dalla bonifica di Bagnoli. Parola di Matteo Renzi. Ma è credibile? Le slide proiettate nel salone della Prefettura di Napoli invitano all’ottimismo. Sempre che non si tratti solo di un grande spot elettorale alla vigilia del voto amministrativo e in una realtà nella quale il conflitto nel Pd è esploso in modo drammatico a proposito dei presunti brogli per le primarie. In realtà non è la prima volta che il premier annuncia miracoli per il Mezzogiorno. E non solo lui, ma lo stesso Berlusconi, in più occasioni ha usato frasi del tipo: senza il Sud l’Italia non cresce. Per ora, però, atteniamoci ai fatti. Dicono che la colmata dell’ex Italsider sarà rimossa, che al suo posto nascerà un porto turistico con tanto di spiaggia e alberghi connessi. Una vera e propria inversione di tendenza. Senza nulla togliere alla portata storica dell’evento annunciato dal premier, occorre però dire che Bagnoli non è tutto il Mezzogiorno le cui cause di arretratezza non sono state assolutamente sfiorate. Si pensi alla ripresa massiccia dell’emigrazione, soprattutto giovanile, alla disoccupazione che aumenta sempre di più e ai conseguenti posti di lavoro perduti. Per stare ai fatti di casa nostra, in Irpinia dal 2008 si sono cancellati circa dodicimila posti di lavoro. E allora? Di quale Sud parla Matteo Renzi, oltre Bagnoli? In realtà il pensiero va (per stare solo alle recenti dichiarazioni del governo) all’estate dello scorso anno, allorché dopo la diffusione dei dati del disastro meridionale da parte della Svimez, in una apposita riunione del governo Renzi annunciò l’emissione di un provvedimento complessivo per la rinascita del Sud, con il famoso “Masterplan”. Siamo ad un anno di distanza e di quell’annuncio si è persa anche la memoria. E’ vero: il premier è calato più volte nel Mezzogiorno, ma solo per tagliare qualche nastro, o ripetere cose già dette. Così per la ferrovia Napoli- Bari che scandalosamente e con cambio di progetti fa registrare notevoli ritardi. Certo egli dichiara, anche con una certa supponenza, da che parte sta: con la Fiat di Melfi, vanto del Paese, o con il petrolio materano. Nel primo caso chiara è la volontà di sostenere la strategia di Marchionne, dimenticando che il miracolo Melfi è tale anche perché ha beneficiato delle risorse dello Stato, con aiuti e incentivi. E per quanto riguarda il petrolio esso è solo l’altra faccia del benessere che crea occupazione, ma anche inquinamento e morte. E le infrastrutture per far crescere il Sud? Se ne parlerà al prossimo annuncio.

edito dal Quotidiano del Sud

di Gianni Festa