La storia è frutto dello scorrere del tempo, e quella della famiglia Malerba inizia alla fine dell’Ottocento quando Catello Malerba, capostipite della famiglia, di ritorno dalla Grecia, dove aveva lavorato alla costruzione del Canale di Corinto, investe i suoi guadagni nell’acquisto del primo castagneto di famiglia. A quei tempi, e ancor prima, il castagno veniva considerato l’albero del pane, nutrimento e vita delle nostre popolazioni.
A Montella e in tutto l’areale della castagna di Montella IGP la castanicoltura ha garantito la tenuta del tessuto sociale ed economico della zona. L’ultimo quindicennio è stato particolarmente critico per la castanicoltura con le produzioni messe in seria crisi a causa del “Cinipide Galligeno del Castagno”. Fino al 2012 ci pensavano i numeri a chiarire l’importanza della castanicoltura a Montella. La castanicoltura campana rappresentava circa il 50% di quella nazionale, quella della provincia di Avellino circa il 50% di quella campana e la produzione dell’areale IGP Castagna di Montella rappresentava circa il 50 % di quella provinciale.
L’introito derivante dalla vendita del prodotto fresco era pari a circa 6 milioni di €, quello dell’intera filiera toccava i 10 milioni di euro.
Invece, per quel che riguarda la campagna castanicola 2024, la fioritura era stata eccezionale poi però la forte siccità estiva aveva fortemente indebolito gli alberi, bloccandone la crescita del frutto ma, le piogge delle ultime settimane lasciano ben sperare in una buona campagna.
Oggi l’azienda agricola Malerba, situata a Montella, nel cuore del Parco dei Monti Picentini è un nome che da 5 generazioni opera nel settore castanicolo, con i suoi 50 ettari di castagneti, tutti sottoposti a regime di agricoltura biologica e ricadenti nell’areale di produzione “Castagna di Montella IGP”, si occupa di tutta la filiera: dalla conduzione dei castagneti, alla raccolta, alla selezione, alla trasformazione, al confezionamento e alla commercializzazione. Tra le mission della famiglia Malerba vi è anche quella di trasmettere alle generazioni future il valore della terra e la passione per la castanicoltura, facendo fattoria didattica già da alcuni decenni, riceve, con orgoglio, in azienda e nel proprio museo aziendale dell’arte contadina famiglie e scolaresche offrendo interessanti esperienze sensoriali.
Dalla fine dell’Ottocento agli anni ’70 è un soffio, è fu in quel decennio che Salvatore Malerba aggiunse un tassello fondamentale all’azienda Malerba: la trasformazione dei prodotti. Una gamma di prodotti tradizionali trasformati di elevata qualità, tra cui le rinomatissime castagne del prete, le castagne secche sgusciate, le castagne morbidelle, due tipologie di farine di castagne.
Il “Cinipide Galligeno del Castagno”, ha reso necessario un cambiamento di rotta, tanto per salvaguardare la vita dell’azienda quanto per garantire i livelli occupazionali, evitando di licenziare i dipendenti. Come spesso accade se ne fa di necessità virtù. E’ così che oggi nell’azienda Malerba la tradizione si fonde con l’innovazione offrendo una gamma di prodotti moderni ed innovativi tra cui: le birre artigianali alla castagna, i liquori, le confetture ecc…
Oggi l’azienda della famiglia Malerba esporta in Germania, Giappone, Svizzera ed è presente sul mercato italiano nelle principali GDO tra cui Carrefour Italia, Decò, MD, Despar.
Per salvaguardare l’azienda, tutelando territorio e consumatore, produzioni e processo produzione sono sottoposti ad una stringente tracciabilità mediante un sistema gestione qualità Iso 9001 ed Ifs che garantiscono il rispetto di elevati standard di conformità di prodotto e di processo, il tutto, in regine di produzione biologica.
L’azienda agricola Malerba ha, ancora oggi, una mission: contribuire a far sì che Montella e l’Irpinia tutta recuperino le produzioni pre-cinipide perché la castanicoltura rappresenta economia per l’areale, occupazione, benessere collettivo e sopravvivenza dei territori, delle aree interne testimoni sempre più di uno spopolamento evitabile semplicemente restituendo opportunità alla castanicoltura. La castanicoltura non è solo questo, ma rappresenta anche salvaguardia ambientale. Prendersi cura dei castagneti è un ottimo rimedio contro i dissesti idrogeologici e tutela dei territori.
Inoltre, se la storia è un grande maestro allora non possiamo concludere senza ricordare persone di spicco che credendo in questo generoso frutto hanno generato opportunità delle quali oggi ne godiamo i risultati.
Il Barone Abiosi, nobile montellese credette fermamente nella castanicoltura tanto da avviare personalmente l’iter di riconoscimento della castagna di Montella e fu un successo tanto che nel 1987 si ottenne il riconoscimento DOC e dopo qualche anno il riconoscimento IGP Castagna di Montella. Grazie al barone Abiosi oggi l’areale della Castagna di Montella IGP ha acquisito un diritto e gode dei privilegi derivanti dal riconoscimento Doc prima e poi IGP.
Negli ultimi anni, la castanicoltura campana deve tanto anche alla politica regionale che ha creduto in questo settore modificando alcune leggi. Prima con il consigliere Franco Alfieri e poi con l’assessore all’agricoltura Nicola Caputo, in sinergia con tutta la struttura regionale, che tanto hanno fatto e tanto continuano a fare per la castanicoltura regionale ed aree interne.