Maturità, si ritorna alle modalità pre Covid: docenti divisi

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E’ un ritorno alla maturità preCovid quello che consegnano gli esami di Stato dell’anno scolastico 2022-23. Dalla prima prova scritta di italiano comune a tutti gli indirizzi di studio alla seconda prova scritta, riguardante le discipline caratterizzanti i singoli percorsi di studio. Per i Professionali delineati dal decreto n. 61/2017 che quest’anno giungono per la prima volta all’esame di Stato, la seconda prova scritta non riguarda più specifiche discipline ma le competenze in uscita e i nuclei tematici fondamentali di indirizzo. Nell’esame orale gli studenti esporranno le esperienze svolte nell’ambito dei percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento (i cosiddetti PCTO) e le competenze acquisite nell’ambito dell’educazione civica. A comporre le commissioni un 1 presidente esterno, 3 membri interni alla scuola e 3 esterni. “È molto difficile poter esprimere un parere netto sul ritorno al recente passato per quanto riguarda gli Esami di Stato – sottolinea la professoressa Mara Lo Russo, docente al liceo scientifico Mancini – Ne continuo a difendere il valore morale più che culturale, secondo il celebre giudizio di Giorgio Amendola in “Una scelta di vita”. E quindi sarò sempre per il mantenimento di questa prova di passaggio, in quanto molto formativa. Tuttavia conservare la modalità dello scorso anno sarebbe stato forse più equilibrato, perché l’onda lunga dell’emergenza pandemica ha coinvolto troppi allievi, anche quelli che sosterranno gli esami a giugno e quello prossimo ancora. Ricordiamo che le quinte attuali hanno svolto completamente in dad il terzo anno, le quarte il secondo, le terze il primo, senza dimenticare i mesi compresi fra marzo e giugno 2020. Mi sfugge completamente, poi, la logica dei governi nuovi, che devono sempre abolire le scelte di quelli precedenti, pure se valide. Anche in questo il nostro Paese mostra la sua immaturità, il suo provincialismo”.
“Tutto torna lentamente alla normalità – spiega Margherita Faia, anche lei docente di lettere al liceo scientifico Mancini di Avellino – e dunque anche la vita della scuola, che ha comunque pagato dazio a causa del Covid, il quale ha modificato tanti segmenti della nostra esistenza; il mondo dell’istruzione si è trovato in una tempesta non annunciata, che ha tuttavia saputo arginare con l’impegno, la comprensione e la dedizione di tanti docenti. Detto questo, vorrei far notare come le classi terminali del presente anno scolastico non hanno svolto il proprio percorso triennale nelle condizioni di massima serenità: tra il terzo anno in DAD e il quarto anno di riassetto continuo dell’attività didattica, spesso interrotta a causa dei contagi, non è stato semplice condurre la nave nel porto. Personalmente avrei preferito che anche quest’anno l’esame di Stato assumesse gli stessi connotati di quello dello scorso anno: commissione interna, presidente esterno, prima prova scritta ministeriale e seconda prova di istituto concertata dal dipartimento interessato sulla base del programma effettivamente svolto e, soprattutto, delle reali competenze acquisite. Mi sarebbe sembrato più equo nei confronti degli studenti del quinto anno che comunque non sempre hanno avuto modo di lavorare in maniera continuativa e lineare nel secondo biennio”.
E’ il dirigente scolastico del liceo Virgilio Lucia Forino a sottolineare come “E’ vero che gli studenti vengono da un percorso che non è stato regolare, a causa della pandemia ma è chiaro che prima o poi bisogna tornare alla normalità. Chi ha voluto ha continuato a lavorare anche in Dad, giusto quindi che si torni alle presenze dei commissari esterni così da dare agli esami quella valenza che avevano il passato. Sarà, poi, il buon senso di chi andrà a fare parte delle commissioni a orientare i commissari nella valutazione, i docenti non potranno non tenere conto delle difficoltà incontrate dagli studenti, a causa della pandemia. Qualsiasi commissario deve tenere conto delle specificità della scuola e del percorso degli studenti, sarà così anche quest’anno. Sono convinta, inoltre, che sia importante per gli studenti essere valutati da docenti esterni, può rafforzare autostima e fiducia in sè stessi, è una bella prova di maturità”.
“Gli esami fanno sempre bene – sottolinea il professore Pellegrino Caruso, docente al Convitto Colletta – soprattutto se sono vissuti come sana occasione per mettersi alla prova e trovo utile e costruttivo il ritorno alle prove scritte, perche’ si recuperi attenzione per correttezza lessicale. Per il classico apprezzo però che il commissario per la seconda prova sia interno, essendo la prova meno rodata rispetto a quella di italiano. Da apprezzare anche la presenza tra le materie di esame di Storia dell’arte, disciplina opportunamente valorizzata. Colgo l’ occasione per apprezzare la costante attenzione del Quotidiano del Sud – Irpinia per il mondo della scuola da cui dipende da sempre il futuro del Paese”.