E’ il solito valzer di commissari in Irpinia. Ieri la riunione delle commissioni esaminatrici, che tornano ad essere miste, composte dal presidente esterno, tre membri interni e tre esterni. Anche quest’anno tante le rinunce da parte di commissari e presidenti, per una percentuale pari al 25%, ancora in corso le operazioni di sostituzione da parte dell’Ufficio Scolastico provinciale. Le commissioni sono state chiamate a verificare che i locali corrispondano alle esigenze dello svolgimento degli esami e che la documentazione relativa sia completa. Una riunione utile anche per definire il calendario di svolgimento degli esami. E’ la dirigente scolastica del liceo Mancini Paola Gianfelice a sottolineare: “L’anno è stato regolare, ci portiamo dietro ancora qualche strascico degli anni passati ma è giusto che si torni all’esame standard, come era prima del Covid. Gli studenti hanno avuto la possibilità di prepararsi in maniera adeguata sia alla prima che alla seconda prova, sono perfettamente in grado di svolgere prove di carattere nazionale”. E sulle tracce della prima prova “Penso che l’attualità offra molti spunti di riflessione, penso a tematiche come l’accoglienza, i diritti, la guerra. O ancora il mondo del lavoro, l’universi di Internet e il disagio dei giovani. Sono convinta che le tracce partiranno dai nodi e contraddizioni del tempo che oggi viviamo”.
“Si ritorna alla normalità – spiega la professoressa Mara Lo Russo -. ma con l’onda lunga di più di un anno di didattica a distanza (sebbene questa circostanza non abbia coinvolto in toto tutti i comuni d’Italia), che certamente ha prodotto limiti più o meno gravi nella preparazione degli allievi. Tuttavia i “maturandi” possono affrontare questa prova, ultimo rito di passaggio dei nostri tempi, con una certa serenità, perché nessuna commissione avrà un atteggiamento inquisitorio. Anzi mi auguro che possano emergere in pieno le qualità culturali ed umane dei nostri studenti, che da questo momento in poi, e in modo sempre crescente, dovranno dimostrare di saper affrontare la complessità delle sfide future. Per questo invito tutti gli studenti ad utilizzare questi ultimi giorni per ripassare seriamente quanto studiato, senza pianificare stratagemmi. L’esame di Stato, che difendo nonostante le numerose critiche, ha un valore prima di tutto morale, poi culturale. Lo sforzo, il desiderio di far bene, la giusta dose di ansia non possono che essere formativi”.
La prima prova scritta, quella di italiano si svolgerà il 21 giugno. Ai candidati saranno proposte sette tracce con tre diverse tipologie: analisi e interpretazione del testo letterario, analisi e produzione di un testo argomentativo, riflessione critica di carattere espositivo-argomentativo su tematiche di attualità. Il calendario proseguirà il 22 giugno con la seconda prova scritta su una o più delle discipline che caratterizzano il corso di studi. Quest’anno torna ad essere una prova nazionale mentre lo scorso anno le tracce erano state elaborate dalle singole commissioni d’esame. Ultimo step dell’esame, il colloquio secondo il calendario definito dalle singole commissioni e a partire dalla lettera estratta. Si aprirà con la proposizione di un materiale, come ad esempio un testo scritto, una foto, un grafico o articolo di giornale, a partire dal quale si deve argomentare. All’interno del colloquio sarà possibile esporre l’esperienza dei PCTO e spazio per l’insegnamento trasversale dell’educazione civica. L’obiettivo è quello di valorizzare il percorso formativo e di crescita, le competenze, i talenti, la capacità dello studente di elaborare, in una prospettiva pluridisciplinare, i temi più significativi di ciascuna disciplina.