Maxi inchiesta al Comune, D’Argenio (Prc Avellino): “Si sta svelando uno scenario fosco”

L'esponente di rifondazione comunista: "In questi casi le dimissioni sono un atto necessario"

0
581
Foto: ilmattino.it

“Le inchieste giudiziarie che interessano il Comune di Avellino stanno svelando uno scenario fosco dal punto di vista della commistione tra interessi pubblici e privati e della sovrapposizione tra livelli di indirizzo politico e di gestione amministrativa”: così Costantino D’Argenio (Prc Avellino).

“Inoltre – aggiunge – il fatto comprovato della mancata pubblicazione delle delibere di giunta denota un totale disprezzo dei principi di trasparenza e partecipazione democratica. Se è vero che i consiglieri comunali debbono esercitare la loro azione di indirizzo e controllo nelle sedi opportune, ovvero il Consiglio e le Commissioni, non si possono accettare le ingerenze tra taluni consiglieri e dirigenti amministrativi”.

“Alle doverose dimissioni del capogruppo Diego Guerriero, sembrano ora fare seguito quelle della dirigente Smiraglia (già sotto inchiesta per la vicenda del concorso per vigili urbani), anch’esse un atto dovuto, per permettere a lei di difendersi nelle sedi opportune e all’Ente di ritrovare un minimo di serenità nella quotidiana attività amministrativa”.

“Resta tuttavia il punto politico: la dirigente in questione è di nomina fiduciaria di Festa, anch’egli indagato per gravi ipotesi di reato, che non aveva ritenuto finora di doverla rimuovere, limitandosi a spostarla ad altro incarico. Lo stesso sindaco in conferenza stampa, sostituendosi alle autorità preposte, ha stabilito l’esito negativo delle perquisizioni, oscillando peraltro tra rituali dichiarazioni di rispetto della magistratura e velenosi richiami alla giustizia ‘ad orologeria. Da garantisti, crediamo nella non colpevolezza dei cittadini fino all’ultimo grado di giudizio. Ma l’opportunità politica è altra cosa. Restare al proprio posto (tra l’altro nella delicata fase di vigilia elettorale) come se niente fosse a fronte di accuse gravi che infangano l’istituzione che si rappresenta, non è rispettoso e neppure giusto nei confronti della comunità. Ci si difenda quindi nelle sedi opportune, ma le dimissioni sono in questi casi un atto di igiene necessario”.