Megatruffa Superbonus, inchiesta bis sul 33enne avellinese

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Superbonus, c’e’ un secondo filone d’inchiesta sulla mega truffa che Procura di Avellino e Guardia di Finanza hanno scoperto arrivando  ad un sequestro d’urgenza firmato,  nelle nelle settimane scorse, dal  Procuratore  Domenico Airoma e dal pm Vincenzo Russo per congelare  somme pari ad un miliardo e settecentomila euro.Il protagonista ed unico indagato al momento è un trentatreenne avellinese,(difeso dagli avvocati Gerardo Santamaria e Palmira Nigro) già coinvolto nella megatruffa sui bonus delle facciate e uno dei principali esponenti della presunta associazione scoperta dalle indagini avviate nel gennaio scorso dai militari delle Fiamme Gialle.

Nei suoi confronti, il sostituto procuratore della Repubblica di Avellino Luigi Iglio, ha firmato oltre ad un sequestro anche un’informazione di garanzia ed un decreto di perquisizione eseguito nei giorni stessi del maxisequestro dai militari delle Fiamme Gialle del Gruppo di Avellino, agli ordini del colonnello Salvatore Minale. Anche in questo caso si tratterebbe di interventi solo fittizi nell’ambito di Bonus 110% ed Ecobonus, finiti al vaglio dei militari che stanno conducendo le indagini. In virtù del doppio sequestro applicato nei confronti di G.S. gli avvocati, in sede di riesame, hanno chiesto di riunire i due procedimenti (uno firmato dal pm Vincenzo Russo e l’altro firmato dal pm Luigi Iglio) davanti al Riesame reale di Avellino.

L’ipotesi di reato provvisoriamente contestata a l 33enne  titolare di almeno quattro società nel mirino degli accertamenti dei militari è quella di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche. Almeno sedici contestazioni per altrettante ipotesi che il sostituto procuratore Luigi Iglio contesta al trentatreenne, che si aggiungono a quelle contestate nel procedimento coordinato dal sostituto procuratore Vincenzo Russo (il maxisequestro di un miliardo e mezzo eseguito poche settimane fa).

L’indagine, originata da una analisi di rischio del Settore Contrasto Illeciti dell’Agenzia delle Entrate e delegata da questa Procura al Nucleo di polizia economico-finanziaria di Napoli e al Gruppo di Avellino, ha permesso di identificare una complessa ed articolata rete di soggetti che, nel corso degli ultimi mesi e su base quotidiana, anche dopo gli interventi normativi adottati a partire dal novembre 2021 per contrastare le frodi nel settore, ha inviato all’Agenzia delle entrate oltre 18.000 comunicazioni di cessione connotate da svariati fattori di rischio, quali: importi ingenti dei crediti eduti (prevalentemente “Ecobonus” e “Bonus Facciate”), frazionati tra numerose comunicazioni; ricorrenza e interscambiabilità degli stessi soggetti nel ruolo di cedente e cessionario; fatture di acquisto, asseritamente ricevute dal cessionario, assenti o di importo fortemente incoerente rispetto alla spesa indicata nella comunicazione all’Agenzia delle entrate; soggetti esecutori dell’asserito intervento edilizio con profilo fiscale evanescente e/o con elementi di collegamento ricorrenti con i beneficiari; particelle catastali dichiarate nei modelli di comunicazione all’Agenzia delle entrate corrispondenti ad immobili inesistenti nella pressoché totalità dei casi esaminati; presenza di persone fisiche collocate con prevalenza nella provincia di Avellino; presenza di persone fisiche senza fissa dimora, decedute e con precedenti penali per occupazione abusiva di edifici, truffa, ricettazione, sostituzione di persona, minacce, atti intimidatori, detenzione abusiva e riciclaggio.

Gli sviluppi delle indagini, anche di natura finanziaria, hanno permesso di accertare un ammontare di crediti fittizi per circa 1,7 miliardi di euro, solo una minima parte dei quali (22 milioni di euro) sono stati usati in compensazione di debiti tributari e previdenziali. L’adozione tempestiva del provvedimento di sequestro ha infatti consentito di bloccare la circolazione dei crediti nei “cassetti fiscali” degli ultimi acquirenti. Gli interventi edilizi dai quali sarebbero sorti i crediti (per un importo complessivo di lavori dichiarati di circa 2,8 miliardi di euro) erano riferibili a immobili inesistenti, con indicazione nelle comunicazioni di cessione all’Agenzia delle entrate, in oltre 2.000 casi, di comuni anch’essi inesistenti. Gli accertamenti eseguiti presso l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile (ENEA) e l’INAIL hanno confermato l’inesistenza dei cantieri e, dunque, il carattere fittizio dei crediti. Sono in esecuzione perquisizioni nelle province di Napoli, Avellino, Salerno, Milano, Lodi, Torino, Pisa, Modena e Ferrara nei confronti di 21 soggetti indagati per il reato di associazione per delinquere finalizzata alla truffa aggravata ai danni dello Stato e all’indebita compensazione. L’attività di indagine si inserisce nel più ampio contesto del contrasto alle frodi relative alla spesa pubblica che questa Procura ha avviato, anche istituendo un pool specializzato di pubblici ministeri.