Migranti una bolla di sapone?

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Nelle scorse settimane, con prime pagine, inchieste e servizi Tv dedicati a tutti gli aspetti e i sospetti sui lati più oscuri dell’accoglienza migranti è sembrato che stesse per succedere il finimondo. Fino a clamorose denunce di fatti, legami sotterranei e conflitti di interessi. Un quadro che anche in Campania appare poco chiaro. Cooperative controllate da esponenti di partito. Qualche Sindaco, apertamente troppo “vicino” a cooperative aggiudicatarie di appalti. Fuoco e fiamme contro i migranti inviati dalla Prefettura (spirito umanitario a corrente alternata?). E invece moltiplicazione di programmi milionari per gli altri migranti, con oneri insostenibili per i cittadini! Che cosa c’è davvero sotto? Prima o poi qualcuno dovrà dare risposte finalmente esaurienti e convincenti ai dubbi dei cittadini! Dopo le dichiarazioni del procuratore di Catania sostanzialmente confermate anche davanti all’Antimafia, tantissime le prese di posizione del mondo politico e istituzionale, che ne hanno però ancora una volta messo in luce la povertà e l’approssimazione. Evidente la strumentalità delle posizioni degli accusatori “a prescindere”, che hanno trovato comodo rinnovare accuse generalizzate alle ong per attaccare a fondo la stessa idea del soccorso ai profughi. Ma anche dei difensori ad oltranza, negatori di qualsiasi problema e trincerati a presidio dell’attuale sistema-colabrodo. Entrambi gli schieramenti hanno fatto del problema dell’immigrazione una bandiera ideologica utile (quantomeno) a fini elettorali. E ora i partiti politici – soprattutto quelli di governo, maggiormente sospettati di usufruire di vantaggi economici e clientelari del sistema dell’accoglienza – stanno facendo di tutto per ricondurre la vicenda e i suoi sviluppi entro i tempi soporiferi della commissione d’inchiesta. Tuttavia, stavolta, difficilmente ci si potrà limitare a audizioni di routine, per riempire volumi destinati a ingiallire nelle biblioteche parlamentari. I sospetti, tanti e forti. Intreccio di interessi e rapporti oscuri tra trafficanti e alcune piccole ong, già denunciati dall’Agenzia europea Frontex e non esclusi dallo stesso direttore generale di Save The Children Aggiudicazione di appalti milionari sempre alle stesse, misteriose cooperative, spesso volute o controllate da politici e da sindaci. Operazioni di salvataggio ormai a poca distanza dalle coste libiche, come dimostrato – attraverso i tracciamenti satellitari delle rotte di navigazione – dal clamoroso video dello studente Luca Donadei. E itinerari fissi delle navi umanitarie. Come se sapessero prima dove andare a prendere i (futuri) naufraghi. Il comandante dell’Operazione Sophia dell’Ue ha confermato che i soccorritori ” la sera hanno grossi proiettori: gli scafisti li vedono e mandano il gommone verso questi proiettori”. Con risultati tragicamente paradossali. I morti nel Mediterraneo sono passati, dai 500 del 2012, ai più di 5100 del 2016. Infatti gli scafisti, prima costretti a mettere a disposizione dei migranti navi più solide, ora – sapendo di fare percorsi molto più brevi – utilizzano imbarcazioni poco affidabili, spesso gommoni. Perciò, la politica farebbe bene a mettere finalmente a disposizione degli inquirenti le risorse e i mezzi richiesti. Occorre accelerare indagini e inchieste, poterle condurre in porto per rendere provabili giudiziariamente i fatti già accertati: telefonate, rotte verso navi di ong già illuminate e navi che staccano i transponder per rendersi “invisibili”, appalti di favore, commistioni tra cooperative e politica. Accertare definitivamente, insomma, se un sistema fondato sulla fiducia dei cittadini che utilizza le loro risorse, non sia stato infiltrato da mele marce. O da interessi oscuri, molto meno nobili di quelli dichiarati. Bisognerà farlo presto. I cittadini si attendono chiarezza. E nel Mediterraneo tanti innocenti continuano a morire!
edito dal Quotidiano del Sud