Montoro al voto, Aliberti: “Le liste? Trasformismo e confusione, gli stessi errori di cinque anni fa”

Il medico di medicina generale, già candidato alle scorse regionali, analizza con preoccupazione la fase di preparazione in vista del voto di giugno

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di ivana Picariello

Non è un bel momento, per Montoro: la pensa così il dottore Bruno Aliberti, quando gli si chiede della fase di preparazione delle liste in vista delle elezioni amministrative di giugno.

Il medico di medicina generale di Montoro, già candidato alle scorse elezioni regionali con “Noi Centro” di Clemente Mastella, e consigliere comunale negli anni novanta, analizza le evoluzioni che stanno segnando la vita politica locale. Ma il suo giudizio esprime molta preoccupazione.

«In questa fase si vede salire di quotazioni il nome di Salvatore Carratù, come candidato sindaco della coalizione che si propone in alternativa a quella del sindaco uscente, Girolamo Giaquinto. Mi sembra di assistere alla scena di cinque anni fa, quando si preparò una coalizione per battere l’allora sindaco uscente, Mario Bianchino. Tutti insieme, con lo scopo di battere l’avversario. Ed oggi come allora, si verificano le stesse dinamiche, mentre c’è chi passa da una parte all’altra.  Una situazione insostenibile, che porta solo alla distruzione».

Un trasformismo ricorrente…

«Se ci si mette insieme solo per battere l’avversario, ma senza una programmazione, non vedo dove si possa arrivare.  Consideriamo poi che quando si programma, ci vogliono anni per realizzare le cose. Se non ci sarà un punto di partenza chiaro, con una visione di insieme della città e delle sue prospettive, si andrà sempre incontro a queste situazioni in cui regna solo tanta confusione. Del resto è il riflesso di quello che succede anche per i governi nazionali».

Lei pensa ad una sua eventuale candidatura?

«No, parlo non perché mi voglia candidare, ma perché non riesco a stare a guardare in silenzio. Vorrei che ci fosse da parte dei gruppi in campo la volontà di costruire e non distruggere, cercando di immettere nuove risorse, di coinvolgere i giovani, non tralasciando le esperienze acquisite nel tempo. Non si può pensare di tornare indietro di dieci, venti anni. Sto assistendo a cose assurde: si sta cercando di prendere pezzi del gruppo di Bianchino, altri della vecchia lista di Carratù, né è ancora chiara la posizione di Francesco Tolino. Altro discorso quello di Guglielmo Lepre, che  insegue un percorso più programmatico con un gruppo di giovani: un progetto che guarda avanti, senza affannarsi sul risultato di oggi».

Ma resta il gioco delle quotazioni, di cui diceva prima…

«Sì, un giorno sale di quotazioni Carratù, l’altro il sindaco uscente Giaquinto. Non so se sorridere o casa. E’ la brutta copia della storia di cinque anni fa. Torno al concetto dei giovani, che, purtroppo, per la maggior parte, si sono allontanati. A loro vorrei dire che se  si traccia una linea fondata sulla programmazione,  il risultato arriverà, come quando decidi di fare il medico o l’avvocato. Ci vuole tempo.  La politica ha perso il suo ruolo, perché mancano i partiti. Ai miei tempi ho cominciato attaccando i manifesti, poi annunciando i comizi nelle macchine, oggi si vuole tutto e subito. Ma i giovani vanno accompagnati, aiutati, invogliati a partecipare. Si allontanano quando vedono i soliti marpioni della politica».

Com’è cambiata Montoro in questi cinque anni?

«Nei fatti non riscontro risultati positivi. Intanto la maggioranza di Giaquinto non è stata coesa, poi penso che si siano perse altre occasioni di crescita della comunità, in questi anni. Mi riferisco ai trasporti, ai collegamenti con l’ università di Fisciano, all’assenza di una metropolitana leggera con Salerno. Montoro è in una posizione felice,  in un territorio di grande sviluppo, a ridosso dei grandi centri del salernitano. Eppure se non hai l’auto privata, non ti sposti, tutto a discapito degli studenti. E che dire del Puc, anche di questo non ne hanno più parlato. Ma ci sono tantissime altre cose che non sono state affrontate».

Se dovesse lanciare un appello, cosa direbbe?

«Ritrovare il senso della politica, quella che programma, quella che costruisce una lista o una coalizione intorno a quell’idea. Altrimenti ci ritroveremo, tra cinque anni, ad assistere allo stesso spettacolo, di gruppi che si sfaldano per ricomporsi altrove, mentre si saranno accumulati altri cinque anni di ritardi, in una città come Montoro, che, dopo la fusione, cosa a cui non mai creduto, continua ad essere molto frazionata, e quindi molto problematica e difficile da gestire. Lo so bene, avendo svolto l’attività di medico di medicina generale nelle diverse frazioni delle allora Montoro Inferiore e Superiore».