Montoro e l’unità ancora da raggiungere

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C’eravamo tanti uniti. E poi no. Non parte bene l’anno in cui cade il decennale della nascita della città di Montoro, non più divisa in Inferiore e Superiore.

Sembra ieri, eppure ne è passato di tempo, dal tre dicembre 2013, quando è stato istituito il Comune di Montoro. Solo sulla carta, perché l’unità è ancora un processo in salita. Altra battuta d’arresto, il recente strappo in maggioranza.

La divisione parte anche da qui, da quell’ampio gruppo che con a capo Girolamo Giaquinto ha battuto alle amministrative l’ex sindaco Mario Bianchino. «Eh già – dice il capo di Montoro Democratica – in quelle elezioni l’obiettivo era sconfiggere il sottoscritto. E con quattro liste in campo, nelle quali hanno intruppato di tutto. Oggi, dopo quattro anni, Francesco Tolino e Carmen Del Regno scoprono di essere incompatibili con quella maggioranza. Cose ampiamente previste fin da allora».

Dopo le dimissioni del vicesindaco Francesco Tolino con deleghe a urbanistica, sostenibilità e sviluppo, e del capogruppo di Agorà Carmen Del Regno sostituita da Salvatore Fortunato, ha lasciato il ruolo di capogruppo della maggioranza Antonello Cerrato, non soddisfatto della linea che vuole intraprendere il sindaco che, pur proponendo un programma di fine mandato condivisibile in quanto incentrato ad avviare i cantieri fermi da tempo, vuole andare avanti con una squadra di governo la cui composizione è giudicata insufficiente.

Luigi Del Regno nuovo vicesindaco, con delega all’urbanistica, e Giaquinto va avanti. Nuova presidente del Consiglio comunale Annalisa Testa, Raffaele Citro guida il gruppo consiliare “Nova Montoro” e subentra così a Cerrato.
Il capogruppo di Montoro Democratica, Bianchino, parla di situazioni “bizantine”, ma incalza sulla piaga del Sud, e dell’Irpinia, che è il trasformismo dilagante, ancora più evidente «da questo osservatorio privilegiato che è Montoro, quello non solo del singolo che cambia casacca, ma delle truppe cammellate che si muovono da una parte all’altra. Quanto al sindaco, Giaquinto nasce di centrodestra, poi sostiene Buono- pane alla Provincia e si fa nominare vice-presidente… E il Pd, provinciale e locale, che cosa fa? Quando e come interviene sul caso Montoro? Questa è la crisi della politica. La crisi della maggioranza si ripercuote su tutti gli aspetti della vita montorese».
Montoro, quattro anni dopo appare ferma sulla sua storia, divisa nel suo frazionismo, a dispetto della sua felice posizione geogra- fica, a ridosso dell’Università di Fisciano, a pochi chilometri da Salerno, in stretta comu- nione con i grandi Comuni della valle dell’Irno.
«Mancanza di programmazione condivisa», dice l’ex vicesindaco Tolino. In particolare la mancata adozione del piano urbanistico. «Quando non si condividono più le scelte amministrative e la politica rallenta lo sviluppo e la crescita di una città, c’è solo una strada da seguire: le dimissioni. Un gesto che ritengo di coerenza e di rispetto nei confronti dei cittadini. Sono stato un sostenitore della fusione che ha interessato i Comuni di Montoro Inferiore e Montoro Superiore, una svolta epocale nella storia del nostro territorio. A nove anni dalla costituzione, non possiamo immaginare una città senza Piano urbanistico. E’ pronto ma evidentemente manca la volontà politica di approvarlo». E l’ex capogruppo di Agorà, Del Regno, aggiunge: «Vedo che oggi l’individualismo è divenuto l’elemento caratte- rizzante. Speravo di concretizzare alcuni dei miei propositi. Ma il nostro impegno continuerà». Giorni di silenzio, fortemente stigmatizzato dall’opposizione, poi la rispo- sta dal sindaco, che respinge le accuse di crisi in maggioranza, e rivendica la rinnova- ta compattezza.

«Non c’è alcuna volontà di sminuire quanto accaduto di recente – osserva Giaquinto- Abbiamo preso atto delle scelte compiute e delle voci discordanti, pur non comprendendo a fondo le motivazioni sia istituzionali, sia politiche addotte per giustificare una decisione del tutto legittima, ma non comprensibile, almeno dal nostro punto di vista. Anche perché i fatti e gli atti raccontano altro. In ogni caso, è questa l’occasione per ringraziare i singoli componenti della giunta e del consiglio, con i quali prosegue proficuamente e in maniera leale il rapporto di condivisione del percorso amministrativo».

Che succede domani? Per Giaquinto si vaavanti, più compatti
 di prima. Per B ian
chino, si accendano i riflettori sulle
parole usate da
Tolino, che vanno
dagli “incarichi” ai
“procedimenti”. Per
 Tolino, si riparta
 dalle recenti scelte
 compiute «che
 sono il frutto di una valutazione mia personale, dettata dal mancato rispetto degli impegni assunti con gli elettori. Ho fatto una campagna elettorale contro Bianchino puntando sulla pianificazione urbanistica, sui trasporti, sui luoghi di condivisione e di dia- logo tra le frazioni. Tutto questo non è stato. Per questo non potevo continuare». Se poi siamo ai preliminari verso il voto amministrativo tra un anno?
«No, grazie, nessun tatticismo, nessuna posizione di potere. Sarei rimasto, se fosse stata questa la ragione», e Tolino ferma ora così la sua stagione amministrativa. Di nuovo: c’eravamo tanto uniti? Proprio no. Aspettando tempi migliori.

di ivana Picariello