Moscaritolo: sisma, memoria da difendere

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“Memorie dal cratere” e’ un titolo suggestivo e, allo stesso tempo, lancinante per chi ha vissuto la drammatica esperienza del sisma e ne conserva, intatta, la ferita. Uno dei punti originali dello studio di Ivo Moscaritolo, presentato ieri a Sant’Angelo dei Lombardi, è l’aver inserito le voci dei ragazzi nati all’indomani del terremoto che devastò l’Irpinia. A presentare questo lavoro, oltre all’autore, i giornalisti Giulio D’Andrea ed Elisa Forte, Giuseppe Forino, ricercatore dell’Università di Norwich, Giuseppe Landolfi, assessore comunale. Proprio Landolfi ha ribadito come “Difficoltà è la parola che racchiude prima ed post terremoto. Sant’Angelo, con grande tenacia, non solo ha tolto le macerie che la deturpavano, ma ha anche circondato di amore quello che rimaneva. Io ho sentito il dolore di questa gente, ma ho anche visto quello che è accaduto dopo. Oggi, dovremmo cercare di riappropriarci della voglia di migliorare la nostra comunità”.
” Mi sono sentito depositario un dono – ha stigmatizzato Moscaritolo nel raccogliere le diverse testimonianze. Certo, dal 2015, quando ho intervistato i testimoni del sisma, ad oggi, molte cose sono cambiate. I ricordi tendono ad affievolirsi. Per questo, e’ necessario conservare la memoria, attraverso libri, testimonianze, per lasciarle in retaggio alle generazioni successive. Assistiamo, così, ad un cambio di testimone, la post memoria è la memoria del futuro. Questo libro è un luogo di raccolta, di convergenza di esperienze diverse, non a caso, ho scelto due luoghi simbolo, Conza e Sant’Angelo. A Conza, la popolazione ha scelto di spostarsi dal luogo originario, mentre a Sant’Angelo, si è scelto di rimanere. Dieci scelte radicalmente diverse che, tuttavia, ci permettono di riflettere sulle dinamiche del post sisma. Quello della ricostruzione è un processo lungo, laborioso, una esperienza comunitaria che ancora deve essere approfondita, nell’analisi di più storie che consegnano una narrazione a volte schiacciata dagli eventi, come nel caso delle polemiche sulla ricostruzione”. Altra voce preziosa, quella di Elisa Forte, che ha raccontato la sua esperienza di bambina nata nell’81, subito dopo il sisma. ” Ho vissuto un’ infanzia felice. Sono una figlia del terremoto, mi sono sempre sentita una sorta di segno di speranza e di rinascita, in una comunità che ha vissuto un lutto perenne, perché la ferita del sisma resterà indelebile in tutti. Spesso ho sentito parlare del tempo antecedente al sisma, come del “tempo vero”, rispetto a quello attuale. una idealizzazione che non ha permesso quello scatto necessario per attuare una reale reazione, una rinascita”. Appassionato l’ intervento di Tonino Castellano, avvocato di Sant’Angelo dei Lombardi, una delle voci più struggenti del libro, che ha sottolineato come l’Irpinia del post sisma sia stata ferita anche dalla campagna diffamatoria dell’Irpiniagate. “in quegli anni – ha ribadito Castellano – si è anche parlato di “mafia del cemento”, per quanto riguarda i palazzi rasi al suolo a Sant’Angelo, dal sisma. Voglio ricordare che il nostro paese non era considerato zona rossa, nelle mappe sismiche del tempo. Inoltre, non ci fu nessuna sentenza di condanna, per i responsabili delle costruzioni. Se possiamo ritenerci responsabili di qualcosa e’ di aver dimenticato quella pasoliniana cultura contadina delle origini e di non avere avuto la capacità, pur disponendo di tante risorse, ma lacerati nell’intimo dalle tante perdite e dalla scomparsa dei nostri punti di riferimento spirituali e politici, di rinnovare la vita della nostra comunità”. (Vera Mocella)