Napoli soffre ma non molla, battuta la Lazio. Le pagelle

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NAPOLI: Meret 7, Malcuit 7,Maksimovic  6,5 ,Albiol 6 , Rui 6,5 , Callejon 7 (88’ Hysajs.v.) , Diawara 6,5 (72’ Verdi 6,5) , Ruiz 8 , Zielinski 6,5 , Mertens 6 (82’ Ounas 6,5) , Milik 8.

In panchina: Ospina, Karnezis, Ghoulam, Luperto, Rog.

All. C. Ancelotti 7

LAZIO: Strakosha 6,5 , Luiz Felipe 6 (28’ Bastos 6) , Acerbi 5, Radu 4, Lulic 6, Parolo 5, Lucas Leiva 4,5 , Milinkovic-Savic 6,5 (72’ Patric 5), Lukaku 5 (46’ Correa 6,5), Alberto 5, Immobile 6.

In panchina: Berisha, Guerrieri, Proto, Badelj, Caicedo, Cataldi, Durmisi, Wallace, Neto .

All. S. Inzaghi 5,5

Arbitro: G. Rocchi di Firenze 6,5 – Guardalinee: Tegoni e Alessio – Quarto uomo: Massa

VAR: Manganiello AVAR: Peretti

Note: Terreno in ottime condizioni in una serata dalla temperatura rigida. Pioggia durante l’arco della gara. Spettatori presenti circa ventimila, con larghi vuoti sugli spalti ed assenza di tifosi ospiti. Ammoniti: Milinkovic-Savic (L), Acerbi (L), Alberto (L), Zielinski (N), Lulic (L), tutti per gioco falloso. Espulso al 70’ Acerbi (L) per doppia ammonizione. Calci d’angolo 9 a 6 per la Lazio Recuperi 2’ e 4’.

NAPOLI. Con Re Carlo si possono dormire sogni tranquilli, la sua esperienza comanda su tutto, sugli infortuni, sulle squalifiche, sulle avversità, insomma i tanti successi, nazionali ed internazionali hanno una matrice che parte dal ritiro pre campionato, con colloqui singoli e di gruppo, con la valorizzazione psicologica prima che tecnica, insomma riuscire a tenere tutti, ma ribadiamo tutti, compresi il figlio Davide e gli altri collaboratori a seguire, su un livello di resa che ha dello straordinario. Mandare in campo una squadra priva di un pilastro , quale è l’insormontabile Koulibaly, di un fantasista come Insigne, di un incontrista e accalappiatore di pallone della bravura di Allan, non tralasciando l’esperienza del capitano Hamsik, era stato per i tifosi un pericoloso segnale di allarme per l’imbattibilità casalinga, soprattutto alla luce delle ultime prestazione dei biancazzurri laziali, con il ritrovato Savic, e l’infaticabile Immobile tornati entrambi sui livelli della passata stagione. Hanno dimenticato che il Napoli, il top player, come ha sempre sostenuto il Presidente De Laurentiis, lo ha schierato sulla panca, ma non con calzoncini e scarpette, bensì, mani in tasca e sopracciglio arcuato, con un applomb che ha trasmesso ai suoi atleti, in grado di dimostrare le loro capacità, anche se tenuti spesso in naftalina, soprattutto nei momenti di assenze forzate dei capisaldi della formazione. Se non è un merito questo, fornite una spiegazione dei successi che sta inanellando la compagine partenopea, che avrebbe potuto navigare ad una distanza meno abissale dalla capoclassifica, se avesse raccolto un po’ di fortuna nel disgraziato confronto con l’Inter di Santo Stefano 2018: un match perso per incompetenza arbitrale, di un direttore di gara ( Mazzoleni ndr) che dopo aver sbarrato la strada alla Supercoppa Italiana in quel di Pechino, nel lontano 2012, penalizzando il Napoli e favorendo la Juventus, ha dimostrato, alla vigilia del suo pensionamento ( deogratiasndr) di non avere un minimo di cognizione del regolamento, soprattutto nei confronti del fenomeno dilagante del razzismo negli stadi. Ritornando alla partita del S. Paolo, oltre a tessere le lodi del tecnico Ancelotti, vanno sottolineate delle realtà del gioco azzurro, soprattutto nel settore di centrocampo e di attacco: nel primo, lo spagnolo Ruiz giganteggia, sistemato in posizione centrale, sia per tocco delizioso del pallone, sempre incollato al piede, sia per visione di gioco, sia perché si completa con la vicinanza di Diawara, ottima spalla per triangolazioni ed appoggi per gli inserimenti di Callejon e Malcuit sulle fasce, mentre per ciò che concerne la fase offensiva è Milik la punta di diamante che occorreva per essere incisivi in area di rigore avversaria. Finalmente hanno funzionato entrambe le catene, di destra, con Malcuit e Callejon , così come la sinistra con Rui, efficace nel primo tempo, un po’ meno nella ripresa, e Zielinski, ed infatti i pericoli, ivi comprese le marcature, si sono sviluppate su questi due settori di campo. Qualche appunto per la difesa che ha sofferto soprattutto ad inizio gara, nel mentre non si registrava il reparto, vista l’assenza di Koulibaly, che lo comanda a bacchetta e con spiccato senso di posizione e notevole capacità di contrastare gli avversari, soprattutto in elevazione. E l’imbarazzo della scelta a chi attribuire la difesa della porta sembra essere il vero dubbio da sciogliere prima di ogni partita: Meret, giovane sì ma un ostacolo insormontabile, sia tra i pali che nelle uscite, sarà il titolare in campionato, ma Ospina e Karnezis non sono da meno per bravura ed esperienza. Il giovane portiere si è superato nella prima fase . sia su un colpo di testa di Savic da pochi passi (5’) che su conclusione dalla distanza (25’), sempre del serbo, deviata, quest’ultima, in angolo. Poi assolo del Napoli: 12’ azione sulla sinistra, palla per Rui, cross al bacio e tiro al volo con il piede mancino, da parte del polacco, ma sfera che sbatte violentemente sulla traversa e sulla respinta è pronto Ruiz a concludere, ma il tiro viene rimpallato. 21’ la sfortuna si accanisce con Milik, che su colpo di testa , dopo scambio Rui-Zielinski e cross di quest’ultimo, costringe Strakosha a deviare sul palo la conclusione. Alle assenze sembra accoppiarsi la malasorte, ma a schierarsi contro questa soluzione è l’anti Lazio per eccellenza, il buon Callejon, a corto di segnature dallo scorso campionato: è il 34’ e l’azione del Napoli si sviluppa a partire da un’errata uscita di Lucas Leiva, che sbaglia passaggio, Milik si impossessa della sfera e fa partire Mertens, abile a favorire l’inserimento di Callejon che appena entrato in area fulmina con un destro di potenza il pipelet avversario sulla sinistra. L’uno-due del Napoli si materializza tre minuti dopo grazie ad un tocco, ormai collaudato, di Milik su calcio piazzato dal limite, decretato da Rocchi per fallo di Acerbi su Callejon: il tocco di sinistro, scavalca agilmente la barriera e si infila sotto la traversa dove né Strakosha, con le mani, né Lucas Leiva con la testa , possono arrivare. Al riposo il doppio vantaggio ci sta tutto, ma è da aspettarsi la ripresa furente degli uomini di Inzaghi.Infatti i primi dieci minuti sono appannaggio dei biancazzurri che impensieriscono seriamente Meret al 59’ con una conclusione ravvicinata di Immobile dopo colpo di testa di Maksimovic a liberare , ma due minuti prima  Ruiz, dopo aver superato due avversari in velocità, partendo da metà campo, si avventurava in una conclusione che si stampava sulla traversa a portiere battuto: terzo legno colpìto, ma il risultato veniva reso meno pesante, aprendo di fatto la partita, dalla realizzazione di Immobile al 65’, sfruttando un passaggio di Correa( decisivo il suo ingresso per rendere più offensiva la Lazio), e affrontato da Albiol, sfruttava la lentezza del difensore per superare con un tunnel lo spagnolo , ingannando Meret che non si aspettava la conclusione tra le gambe del compagno di retroguardia. La sofferenza si manifestava nell’incapacità del Napoli di approfittare degli spazi che si creavano, vuoi per l’attacco a testa bassa degli avversari, che al 69’ concludevano con Alberto, e Meret deviava in angolo, vuoi per l’espulsione di Acerbi al 70’ ( seconda ammonizione sempre per fallo su Callejon): nessuna azione di rilievo in area partenopea, tranne un tiro di Bastos dalla distanza terminato alto, ma tanta paura per i cross che giungevano in area azzurra. Il contropiede poteva rassicurare i presenti sugli spalti ( non quelli delle partite di cartello ), ma Strakosha si superava su un’acrobazia di Ounas , in vena di grandi giocate nei pochi minuti concessi, all’84’, su cross preciso di Rui dalla sinistra. Sospirone di sollievo dopo l’abbondante recupero concesso, ma nel sottolineare la prova dei calciatori va evidenziato il grande lavoro di recupero, non solo fisico, da parte di Ancelotti nei confronti di Milik e significativo è stato il vedere il polacco ascoltare con attenzione i consigli del tecnico dopo aver realizzato il gol  del raddoppio: chi è un vincente riesce a distribuire questa capacità anche agli allievi, così come un buon insegnante sviluppa le attitudini dei suoi discepoli.

Adriano Mongiello